Sanità, il clamoroso fallimento del federalismo: al Sud si vive meno

28 Apr 2016 8:15 - di Redazione

Diminuisce l’aspettativa di vita in Italia e si allarga anche il divario tra Nord e Sud. Chi vive nel Meridione è meno longevo. E le più penalizzate sono le donne. Questi i dati che emergono dal rapporto Osservasalute. Già tre anni fa la Corte dei conti paventava sempre più «deficit assistenziali» al Sud. Due anni dopo la Società italiana di Pediatria ha rilevato che nel Meridione la mortalità infantile è più alta del 30 per cento rispetto al Nord. Un gap iniziato all’indomani della riforma costituzionale che ha ridisegnato il Paese in chiave federalista. Prima del 2001, dicono gli studiosi, i cittadini della Repubblica potevano aspettarsi tutti più o meno la stessa vita media. Dal 2001, la forbice si va allargando, si legge su “il Corriere della Sera“.

Perché la vita al Sud è più breve: il federalismo fallito della Sanità

Se un cittadino campano o siciliano ha una vita mediamente più corta di tré o quattro anni rispetto a un cittadino trentino, il dato non è tecnico: è politico. E certifica il fallimento del federalismo regionale (soprattutto se applicato alla sanità) e il tradimento dell’articolo 32 della Costituzione che garantirebbe a tutti gli italiani uguale diritto alla salute nonché cure gratuite per gli indigenti. Hanno forse una chiave di lettura assai inquietante i già pesantissimi numeri diffusi l’altro giorno dal rapporto Osservasalute 2015. Per la prima volta in tempo di pace, descrivono una contrazione, pur minima, nell’aspettativa di vita degli italiani. E, naturalmente, questa foto di «come siamo» ci sconvolge, costringendoci a pensare a un’Italia rovesciata rispetto alla confortevole idea di progresso continuo dentro la quale siamo cresciuti.

Chi stava bene è stato meglio; chi stava male, peggio

«Le più in difficoltà sono ancora le Regioni del Meridione e lo scenario è aggravato dalle ripercussioni della crisi economica principalmente sugli stili di vita e, quindi, sulla qualità di vita dei cittadini, soprattutto dei meno abbienti», scrivono Marta Marino e Alessandro Solipaca nella sintesi del rapporto sulle Regioni. Ieri il Mattino di Napoli evidenziava come, in una Campania che guida l’arretramento, più penalizzate siano le donne, con circa cinque mesi di aspettativa di vita in meno. E la faglia non è solo (o non necessariamente) tra Nord e Sud ma tra «chi ha» e «chi non ha», essendo saltato del tutto il ruolo di perequazione dello Stato unitario.

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