Una rom visita in carcere i familiari: arrestata. E si mette pure a piangere…
L’attendevano in carcere dove sapevano che l’avrebbero trovata a colloquio con i parenti: è così Maria Spinelli, rom di 55 anni, ha semplificato il lavoro agli agenti della Squadra Mobile sulle sue tracce da un po’, che si sono limitati a trasferirla dalla sala visite di un penitenziario alla cella della sezione femminile di un altro carcere, che dovrebbe ospitarla per i prossimi sei anni e otto mesi di reclusione…
Rom visita in carcere i familiari e viene arrestata
Suona beffarda la risoluzione del caso della donna rom finita in manette proprio mentre si trovava in un penitenziario, dove era andata a trovare il marito e i suoi quattro figli, oltre al fratello, tutti detenuti, e bloccata all’uscita dalle forze dell’ordine che, invece di aprirle le porte, le hanno impedito l’uscita e accompagnata direttamente in cella. È accaduto a Pescara dove Maria Spinelli, rom di 55 anni, con precedenti per furto, estorsione e spaccio di stupefacenti, é stata arrestata in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Perugia. La donna dovrà scontare una pena definitiva di sei anni e otto mesi di reclusione per spaccio di stupefacenti. Gli agenti della Sezione Antidroga, infatti, avevano avuto notizia che la donna si sarebbe recata per un colloquio presso il carcere di Pescara, dove sono detenuti quasi tutti i suoi familiari, condannati a pene definitive piuttosto lunghe: il marito, Arcangelo Di Rocco (58), il fratello Guerino (49), e i figli Fiorindo (31), Nicola (38), Umberto (29) e Giulia (36), quest’ultima trasferita temporaneamente dal carcere di Chieti proprio per consentirle di incontrare la madre.
Il fermo della donna rom dopo un’articolata indagine antidroga
Gli uomini della Squadra Mobile, agendo di intesa con quelli della Polizia Penitenziaria, hanno atteso che Maria Spinelli uscisse dal carcere al termine del colloquio e l’hanno bloccata. Il tempo di un rapido passaggio in Questura e poi il trasferimento nella sezione femminile della casa circondariale Madonna del Freddo di Chieti. Al momento del fermo la donna è scoppiata a piangere. La condanna di Maria Spinelli deriva da un’articolata indagine antidroga condotta tra il 2006 e il 2007 dalla Squadra Mobile di Pescara sul conto della famiglia Di Rocco (“Operazione Purò”, dal nome del capostipite). A rifornire il gruppo era stato un albanese, residente a Brescia, che fece arrivare a Pescara sei chili di eroina: la droga venne sequestrata il 6 maggio 2006. All’epoca, gli agenti arrestarono anche due corrieri albanesi: a ritirare il pacco dovevano essere proprio Maria Spinelli e il figlio Fiorindo, accompagnati da un altro Di Rocco, di appena dieci anni. Oggi, con l’arresto della donna, la famiglia di spacciatori rom è in cella.
Straordinario davvero, nel panorama della scombinata magistratura italica a Perugia c’è ancora qualcuno che si ricorda di essere un magistrato della repubblica italiana e non distrugge con un
tratto di penna il lavoro di tanti padri-madri di famiglia -forze dell’ordine- che si sacrificano per i
nostri figli e per noi! Andrebbe conosciuto ed encomiato !