Il Papa ricorda cinque religiosi fucilati dai comunisti nella guerra di Spagna
Papa Francesco in Piazza San Pietro, sul sagrato della basilica, ha celebrato la messa per il Giubileo dei ragazzi e delle ragazze. La piazza era gremita di decine di migliaia di adolescenti fra i 13 e i 16 anni, provenienti da tutta Italia ma anche dall’estero, che partecipano al pellegrinaggio giubilare loro riservato. Al Regina Coeli, dopo la messa per il Giubileo dei ragazzi e delle ragazze, papa Francesco ha ricordato che ieri, a Burgos (Spagna), “sono stati proclamati Beati il sacerdote Valentín Palencia Marquina e quattro suoi compagni martiri, uccisi per la loro fede durante la guerra civile spagnola”. “Lodiamo il Signore – ha detto – per questi suoi coraggiosi testimoni, e per loro intercessione supplichiamolo di liberare il mondo da ogni violenza”. Il papa non lo ha sottolineato, ma questi cinque religiosi, insieme a migliaia di altri loro correligionari e correligionarie sono stati assassinati dalle formazioni comuniste che combattevano contro le forze di Francisco Franco nella sanguinosa guerra civile spagnola, vinta poi dalla formazione nazionalista. Sono state circa 100 mila le persone che hanno partecipato alla messa per il Giubileo dei ragazzi e delle ragazze celebrata da papa Francesco in Piazza San Pietro. Lo ha riferito il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi.
I cinque, un prete e quattro ragazzi, morirono nel 1937
Marquina fu ucciso il 15 gennaio 1937, nel contesto della guerra civile, insieme con il giovane Donato Rogriguez García, Germán García García, Zaccaria Cuesta Field ed Emilio Huidobro Corrales, Il suo lavoro come educatore dei bambini poveri è uno dei motivi principali per il riconoscimento e la prima causa per la sua beatificazione. Fondò nel 1898, a Santo Stefano, il Patronato San Josè per l’educazione degli orfani e dei bambini poveri. Creò con pochi mezzi ma molto impegno un laboratorio artigianale per la formazione dei bambini. Ha dato rifugio a 110 ragazzi, costruendo anche una sala da pranzo invernale. Il suo sogno sarebbe stato quello di creare una prima scuola professionale, ma ha dovuto accontentarsi di un piccolo laboratorio. Marquina ha sempre educato i giovani con metodi moderni, utilizzando una pedagogia attiva. Ha insegnato ai suoi allievi il disegno, la manualità, la musica per “raffinare lo spirito” e il teatro per “educare l’espressione”. Preparava i giovani per vari mestieri e metterli in condizione di guadagnarsi da viverei con l’arrivo della maggiore età. La sua perseveranza e la costanza nel lavoro forniscono prestigio alla scuola. Ha provato che l’istruzione può fare di un bambino povero, un uomo capace di amor di Dio e verso il prossimo. Marquina è stato cappellano della cappella di Santo Ecce Homo e della Cattedrale di San Enrique e fratello spirituale della Confraternita di Santa Lucia e San Giuseppe Circle. Ha fondato la Confraternita della Sacra Famiglia. Per il suo lavoro umanitario il governo spagnolo gli concesse nel 1925 la Croce della Carità con distintivo bianco. Dopo l’inizio della guerra civile, il Fronte popolare gli proibì di dire messa. Quando i comunisti decisero di fucilarlo, quattro suoi discepoli vollero andare con lui ad affrontare la morte sul monte Tramalón.