Non passano in Cina i matrimoni gay. Il tribunale boccia una richiesta
«La battaglia è persa, ma non la guerra»: su Weibo, il twitter cinese, corre un certo entusiasmo se non addirittura euforia tra la comunità LGBT. La battaglia persa, almeno ora, è il primo caso del genere in Cina ed è quella di Sun Wenlin e Hu Mingliang, 27 e 37 anni, che dopo un braccio di ferro di quattro mesi hanno visto respinta la richiesta di riconoscimento della loro unione «tra persone dello stesso sesso» dalla corte di Changsha, provincia dello Hunan. Hanno trovato, cosa non da poco, il supporto di numerosissimi attivisti dei diritti omosessuali fuori dal palazzo, sventolando o mostando i colori delle solite bandiere arcobaleno. Solo a un centinaio di loro, per motivi di ordine pubblico, è stato concesso l’ingresso in aula e seguire l’udienza: un fatto straordinario. L’apertura al pubblico, visto l’approccio conservatore di media e società cinesi, è il segnale positivo – secondo l’ottimistica interpretazione degli stessi attivisti – di un processo ai suoi primissimi passi verso le questioni gay. La presenza della Cctv, la tv di Stato, è un ulteriore segnale. La coppia aveva a gennaio strappato un inatteso risultato: un tribunale distrettuale aveva accettato di prendere in esame il loro caso, per la prima volta in Cina, con la richiesta di cancellare il rifiuto delle autorità della città di Changsha di trascrivere l’unione nei registri dell’anagrafe.
La Cina non riconosce i matrimoni tra omosessuali
La Cina non riconosce i matrimoni dello stesso sesso, ma – soprattutto nei grandi agglomerati metropolitani come Shanghai e Pechino – sta emergendo una diversa sensibilità. L’avvocato della coppia, Shi Funong, ha detto che s’aspettava una sentenza contraria, ma non con tempi così rapidi: «Questo va contro lo spirito della legge della Repubblica del Popolo della Cina». Sun ha anticipato di voler proporre appello, riferendo che la polizia lo aveva incontrato per convincerlo a ritirare l’azione legale. A gennaio, in un’intervista ai media di Stato, aveva «obiettato che la legge sui matrimoni non parla di uomo e donna, ma di marito e moglie. Credo personalmente che i termini valgano per le persone di sesso diverso, ma anche dello stesso sesso». La vera questione, come detto all’Ansa da alcuni attivisti, è capire quanto margine potrà essere dato dalle autorità cinesi sui diritti LGBT considerando che, ad esempio, tre attiviste dei diritti delle donne – Li Tingting, Wei Tingting e Zheng Churan – si sono fatte cinque settimane di carcere per il volantinaggio contro le molestie sessuali nel trasporto pubblico. Nel 2014, un tribunale definì illegali «i trattamenti di conversione forzata» per i gay. A inizio settimana, un arbitrato del lavoro nella provincia meridionale di Guizhou ha rilevato il primo caso in Cina di discriminazione transgender, con un verdetto atteso nelle prossime settimane.
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