Delitto Fortuna: molotov contro la casa della compagna dell’arrestato

29 Apr 2016 19:51 - di Redazione

È stata un’amichetta di Fortuna Loffredo, uccisa – secondo l’accusa – dal vicino di casa Raimondo Caputo, arrestato oggi, a ricostruire con gli inquirenti e una psicologa gli ultimi minuti di vita della bimba, partendo dal tentativo di violenza a cui la piccola Chicca ha opposto resistenza fino al volo mortale dall’ottavo piano del palazzo dove abitava. È quanto emerge dall’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Napoli Nord. L’amichetta di Chicca ne ha parlato in un incontro avvenuto in una casa famiglia lo scorso 23 marzo. In tarda mattinata acune persone non identificate hanno dato fuoco a una delle finestre dell’abitazione di Caivano (Napoli) dove sta scontando i domiciliari la compagna del presunto assassino. Sconosciuti, intorno a mezzogiorno, hanno lanciato una bottiglietta contenente liquido infiammabile contro una finestra e poi appiccato le fiamme che si sono estinte autonomamente. Sull’accaduto stanno indagando i carabinieri di Caivano e di Casoria. La 32enne si trova ai domiciliari perché accusata, in concorso con il compagno in carcere, di abusi sessuali nei confronti di una figlia piccola della donna.

Sulla morte di Fortuna l’arrestato ha negato ogni coinvolgimento

Prima di essere arrestato a novembre del 2015 per il primo abuso sessuale contestato – quello ai danni della figlia di tre anni avuta con la compagna anch’essa arrestata e finita ai domiciliari per concorso in violenza sessuale su minore – Caputo era entrato e uscito dal carcere per una lunga serie di reati comuni, dal furto alla rapina, dal porto abusivo d’armi alla violenza a pubblico ufficiale. Un disoccupato pluri-pregiudicato mai però coinvolto in indagini di camorra o di droga, attività molto fiorente a Parco Verde, ma che comunque incuteva timore negli inquilini dello stabile, che lo hanno protetto fino all’ultimo, e dei bambini di cui abusava. Sulla morte di Fortuna ha sempre detto che quel giorno, il 24 giugno 2014, non era nel palazzo, e nessuno lo ha mai contraddetto, ad eccezione proprio delle piccole vittime.

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