Dustin Hoffman, confessione-choc: i miei parenti ebrei sterminati dai comunisti
«Sono qui perché qualcuno nella mia famiglia si è sacrificato per me». È un Dustin Hoffman inedito e in lacrime quello che ha parlato durante la nuova trasmissione di Pbs, Finding your Roots (Alla scoperta delle tue radici). Nel corso dello show, l’attore, 78 anni, visibilmente scioccato, ha appreso che la bisnonna, Libba, è sopravvissuta a cinque anni in un campo di concentramento russo. Il marito e il figlio furono invece uccisi dalla polizia segreta sovietica comunista dopo lo scoppio della guerra civile nel ’17 perché ebrei. All’epoca le famiglie ebree in Russia erano prese di mira dai comunisti e la famiglia Hoffman viveva in una zona che ora corrisponde all’Ucraina. La storia dello sterminio è stata tenuta nascosta a Dustin dal padre, ma l’attore, apprendendo in tv degli esami medici ai quali fu sottoposta la bisnonna nel 1932 al suo arrivo a Ellis Island, ha scoperto che la donna, che allora aveva 62 anni, aveva dovuto combattere contro ostacoli inimmaginabili per entrare negli Usa. Quasi cieca e con un braccio solo, la bisnonna di Hoffman morì nel 1944.
Dustin Hoffman choc
Ecco come erano andati i fatti. Come si legge sul Giornale, Frank Hoffman, nonno di Dustin, si trovava già in America. Quando gli erano arrivate le notizie che gli ebrei venivano massacrati dai comunisti era tornato in Ucraina per salvare i suoi genitori. Ma appena aveva messo piede in Urss era sparito. Qualche mese dopo lo stesso destino toccò al padre Sam. Tutti e due erano stati arrestati e poi uccisi dalla polizia segreta dei bolscevichi: la Ceka. Mentre Libba era finita in un campo di concentramento. La sua bisnonna era fuggita in Argentina e poi si era trasferita negli Stati Uniti. Dustin Hoffman era totalmente all’oscuro di questa terribile storia. Di ebraismo a casa sua non si parlava. Oggi, dice Hoffman, «a chi mi chiede: chi sei? Rispondo: sono un ebreo».