Suicida l’avvocatessa scomparsa: era depressa, non voleva essere curata

22 Feb 2016 14:00 - di Roberto Frulli

Soffriva di crisi epilettiche e di depressione e, per questo, si sarebbe suicidata. E’ finita nel peggiore dei modi la vicenda dell’avvocatessa di Montegiorgio, in provincia di FermoLoriana Dichiara, 56 anni, scomparsa dalla sua casa di Gabbiano di Fermo, frazione al confine con Montegiorgio, domenica 14 febbraio.
L’avvocatessa, ritrovata morta nella sua auto in sosta nel parcheggio di una casa di cura a Loreto, si sarebbe suicidata ingerendo un potente sonnifero sciolto nell’acqua.
L’auto, una Fiat “Punto” color marrone, era nel parcheggio della casa di riposo “Pia Casa Hermas“, in via Marconi, un luogo scelto dalla donna probabilmente perché abbastanza appartato.
Accanto al corpo, che era raggomitolato in posizione fetale sul sedile posteriore, è stata trovata una bottiglia d’acqua in cui l’avvocatessa avrebbe sciolto il sonnifero.
L’avvocatessa ha lasciato anche un biglietto in cui spiega le ragioni del gesto: avrebbe scritto di non voler essere più curata – secondo indiscrezioni soffriva di crisi epilettiche e di depressione – e avrebbe dato anche il consenso alla donazione degli organi. Il biglietto si conclude con un semplice saluto: “ciao”. Sul posto i carabinieri di Osimo, diretti dal capitano Raffaele Conforti che dovranno far luce sulla vicenda e, soprattutto, capire dove sia stata in tutti questi giorni, prima di mettere in atto il suicidio, l’avvocatessa. Dai primi accertamenti è emerso che la Fiat Punto era lì ferma nel parcheggio da almeno 48 ore.
Il giorno della scomparsa aveva appuntamento con un amico a Civitanova Marche per prendere un aperitivo insieme ma poi lo aveva disdetto. Le indagini avviate avevano consentito di ritrovare il cellulare, oramai scarico, gettato dentro una cassetta delle lettere dell’ufficio postale di Civitanova Alta, dove vive la sorella, e di accertare che aveva prelevato 50 euro da un bancomat della Bcc di Civitanova Alta. Una telecamera aveva anche inquadrato l’auto e un testimone aveva sostenuto di averla vista camminare lungo la provinciale verso Matelica ma, in quest’ultimo caso, si era trattato di uno scambio di persona.

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