Lite prete-sindaco, il legale di Don Luigi: intimidito, pronti alla querela

1 Feb 2016 13:27 - di Redazione

«Se il sindaco intende accettare il perdono, la questione finisce qui e ci fa immensamente piacere. Ma se il sindaco avesse in animo di porre egli querela, pur nell’amarezza di una frizione personale, risponderemo per le rime e faremo la nostra tempestiva querela, con la promessa di devolvere il risarcimento del danno a favore dei poveri, senza discriminazioni, di razza, di sesso, di religione o quant’ altro».
Risponde per le rime, attraverso il suo avvocato, don Luigi Larizza, il parroco del Sacro Cuore di Taranto che nei giorni scorsi aveva avuto un acceso diverbio con il sindaco del Pd Ippazio Stefano davanti alle telecamere della trasmissione “Luciano l’amaro quotidiano” di Telenorba.
Il sacerdote contestava al primo cittadino di essersi adoperato per l’accoglienza agli immigrati, portando loro anche cornetti caldi, e di non aver riservato la stessa attenzione agli sfollati del palazzo di via Giovan Giovine costretti a dormire nell’androne dopo il crollo di un solaio. Don Luigi aveva dormito assieme a loro per condividere il disagio di queste persone al quale l’amminstrazione di Centrosinistra non dava risposte preocupandosi, viceversa, di portare cornetti caldi agli immigrati.
«Si tolga il colletto che porta», aveva detto brutalmente il sindaco a Don Luigi. E il sacerdote aveva replicato, pronto: «E lei si dimetta da sindaco».
Ora arriva il secondo round. Secondo l’avvocato Pasquale Bottiglione, legale di Don Luigi,  la frase «togliti il colletto» va interpretata come «smetti di fare il prete perché non sei degno, ovvero smetti di fare il prete se vuoi fare politica. Tale allocuzione contiene una peculiare violenza verbale perché pronunciata dal primo cittadino e non da persona qualsiasi».
Don Luigi, aggiunge il legale, «ha replicato al sindaco dicendogli “dimettiti” ma tale frase rientra nella libertà di opinione e di critica che spetta ad ogni cittadino che gode del diritto di pensiero, di parola e giudizio nei confronti di chi espleta un pubblico mandato».
Ora resta da vedere se il sindaco Pd, noto per andare in giro con la pistola, accetterà il consiglio e, soprattutto, il perdono, di Don Luigi.

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