L’Aquila: il Pd toglie il crocifisso dalla parete, il prete se lo porta via

24 Feb 2016 9:03 - di Franco Bianchini

Un crocifisso in aula portato dal pubblico a ogni seduta del Consiglio comunale dell’Aquila dopo che l’assemblea civica ha votato “no” a un ordine del giorno del consigliere di Forza Italia Roberto Tinari per posizionarlo sul muro. A lanciare l’idea è il direttore regionale di Confcommercio Celso Cioni, che assicura che, da oggi in poi, «finché il Consiglio si scioglierà, e spero accada presto, parteciperò tra il pubblico portando con me una croce di dimensioni adeguate e non credo sarò il solo, perché ho ricevuto centinaia di messaggi e telefonate».

«Il crocifisso lo rimettiamo noi»

Cioni non si capacita della decisione, arrivata con 15 voti contrari e 10 favorevoli. Una maggioranza ritrovata dopo che lo scorso ottobre un voto analogo era finito 9-9. «L’identità religiosa è un fatto personale e io non sono un baciapile – premette Cioni – ma L’Aquila è la città di Papa Celestino V, la matrice culturale e le radici storiche sono radicate in maniera profonda nella religiosità». A suo parere «potremmo vivere di turismo religioso, l’Unesco decide di valutare la nostra Perdonanza come patrimonio immateriale dell’umanità e come benvenuto noi togliamo il crocifisso dall’aula del Comune. La domanda è una, alberga ancora il buon senso nel Consiglio comunale o dobbiamo parlare di fuga di cervelli?». Di qui la protesta silenziosa che si concretizzerà portando a mano i manufatti sacri. «A queste croci dovremmo inchiodare la ragionevolezza dei nostri amministratori – conclude Cioni – Qui si vuole cancellare una storia millenaria con una votazione e non è possibile».

Interviene la Chiesa: andrà nel centro di accoglienza di Piazza D’Armi dell’Aquila il crocifisso «espulso dall’aula consiliare del Comune dell’Aquila». Lo ha affermato padre Quirino Salomone, padre spirituale del Movimento . «Sto preparando il posto per accoglierlo, sarà assieme agli altri numerosi profughi accolti amorevolmente nella struttura di Piazza d’Armi. Qui i poveri sono già in attesa del nuovo inquilino», ha concluso.

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