La CEI chiede l’intervento di Mattarella per bloccare il DDL Cirinnà

1 Feb 2016 8:00 - di Redazione

Il Family day ha rafforzato le speranze del mondo cattolico. Meglio, della parte più tradizionale che non condivide le morbide aperture del Papa, il rifiuto di emettere condanne dalla cattedra di Pietro, il freno all’interventismo dei vescovi, anche di fronte a una legge che riconoscerebbe oltre alle unioni gay l’adozione di figli da parte di quelle coppie. L’appello che sale dalla piazza vuole rompere il silenzio del Quirinale, far scendere in campo un presidente convintamente cattolico, ma restio a esporsi su temi che lo opporrebbero al governo Renzi. La pressione su Sergio Mattarella si fa forte, da parte di cardinali come Camillo Ruini, vescovi come quello di Campobasso Giancarlo Maria Bregantini, esponenti di movimenti e partiti.

L’unità politica dei cattolici non esiste più da decenni, è rimasto vuoto il posto della vecchia DC

Il ddl Cirinna prevede che il figlio biologico di uno dei due partner della coppia omosessuale possa essere adottato legalmente come figlio dell’unione civile anche dall’altro partner, genitore non biologico. I cattolici contestano questo passaggio L’ipotesi utero in affitto Con la possibilità di adozione da parte del partner del figlio biologico dell’altro membro della coppia si aprirebbe, secondo critici della legge, la strada all’utero in affitto. Pratica attualmente vietata dalla legge in Italia che una parte del Pd vorrebbe eliminare a condizionare le scelte del parlamento laico. Le mobilitazioni ai tempi di divorzio e aborto, anche della fecondazione assistita, sono lontane. Battaglie perse, è vero, ma stavolta «non è detto che siamo sconfitti», avverte Ruini. Dopo la prova di forza del Circo Massimo – si legge su “Il Giornale” – il messaggio è: se anche siamo minoranza in Parlamento, nel Paese reale la situazione è ribaltata.

Ruini guida l’ala più conservatrice della chiesa di Roma

L’ex cardinale vicario di Roma, già presidente della Cei Ruini, avverte dal Corriere della Sera che non è d’obbligo adeguarsi alla «modernità egemone» dal punto di vista culturale in Europa e in Italia, che il Family day rappresenta «un’altra modernità», il «sentire di gran parte del nostro popolo» e la sua voce va ascoltata. Servono «modifiche profonde» del ddl Cirinnà, riconoscendo i diritti «alle persone che formano le coppie, non alla coppia come tale, per evitare equiparazioni al matrimonio», stralciando le adozioni e togliendo «i tanti riferimenti al diritto matrimoniale e al diritto di famiglia», che aprirebbero la strada all’equiparazione con il matrimonio, con «le decisioni della magistratura». A queste condizioni la legge sulle unioni civili «si può senz’altro fare», l’accordo è possibile.

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