Truffa alla Totò, spacciano pezzi di vetro per diamanti: fermati 3 siciliani

26 Gen 2016 13:24 - di Ginevra Sorrentino

Pezzi di vetro spacciati per diamanti: un classico delle truffe evidentemente ancora in voga. Almeno stando a quanto riscontrato dai carabinieri di un comando di Roma alle prese con l’ultimo raggiro che un manipolo di truffatori stava provando ad infliggere a degli anziani se non fosse stato per il tempestiuvo intervento degli agenti che hanno impedito il danno ed evitato la beffa.

Spacciano pezzi di vetro per diamanti

Si erano organizzati per bene i tre uomini di origini palermitane, di 32, 40 e 54 anni, tutti con precedenti analoghi, denunciati per tentata truffa aggravata in concorso dai carabinieri della Stazione Roma San Paolo. Il terzetto è stato praticamente sorpreso in flagrante mentre provava a portare a termine l’ultimo raggiro scelto nel loro carnet di frodi. I tre – poco originali – truffatori stavano tentando di convincere degli anziani intercettati in via Chiabrera, nel quartiere San Paolo della capitale, a cui chiedevano il pagamento di 3000 euro per l’acquisto di alcuni pseudo diamanti, spacciati per purissimi esemplari della preziosa pietra, mentre in realtà erano comunissimi pezzi di vetro. Una truffa alla Totò, quella tentata con poca fantasia dai tre uomini di origini siciliana, smascherati con destrezza dagli agenti capitolini.

Una truffa alla Totò

Nei loro confronti, inoltre, è stato richiesto e ottenuto il foglio di via obbligatorio dal Comune di Roma per la durata di 3 anni. In due, avvicinavano in strada persone anziane per proporgli la vendita occasionale di diamanti, a loro detta purissimi, e da accaparrarsi di corsa ad un prezzo ultra scontato. Poi, “casualmente”si avvicinava a truffatori e truffati affaccendati nella valutazione dell’“affare da concludere”, un finto gioielliere, guarda caso di passaggio in quei paraggi – ovviamente in realtà un complice – che, con una lente da esperto, irrompeva sulla scena a confermare la purezza delle preziose pietre, tentando di introdursi nella trattativa al solo scopo di trarre ulteriormente in inganno la vittima che, a quel punto, si spingeva a vantare la precedenza nella compravendita, disposto quindi senza remore a saldare il conto e a concludere la trattativa. I tre, dopo essersi disfatti dei finti brillanti, sono stati trovati in possesso di 40 banconote da 100 euro e altre 36 da 50 euro nascoste nella loro auto, tutte ovviamente rigorosamente false – come i diamanti – e palesemente contraffatt con la dicitura “fac-Simile” riportata su una facciata, da utilizzare al bisogno nella finta trattativa. Di vero, insomma, c’era solo la disonestà del gruppo ora smascherato e fermato.

 

 

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