Nuovo scandalo a Roma: discarica abusiva in un parco archeologico

25 Gen 2016 19:34 - di Paolo Sturaro

Materassi, gomme, batterie di auto, catrame, calcinacci, scarti di qualunque genere, elettrodomestici, rifiuti ed un vero e proprio lago d’olio che si espande sottoterra come se fosse un fiume nero tra cunicoli. È il lato oscuro del Parco di Tor Fiscale, compreso nella vasta area archeologica dell’Appia Antica: sopra il verde e i resti archeologici, il sottosuolo, invece, trasformato negli anni in una maxi discarica abusiva.

Discarica abusiva, l’intera zona messa sotto sequestro

I vigili urbani di Roma hanno messo sotto sequestro l’intera zona, compresa tra l’altro nell’area archeologica del Parco dell’Appia Antica, durante un’operazione di contrasto all’inquinamento ambientale condotta dal gruppo Sicurezza Pubblica Emergenziale del Corpo di Polizia Roma Capitale. Grotte e cunicoli, di interesse archeologico, sono stati impiegati per lo smaltimento di rifiuti illeciti, e trasformate negli anni in immense discariche abusive di rifiuti pericolosi e cisterne di olii esausti. La rete di gallerie sotterranee del parco di Tor Fiscale, ovvero ipogei usati anche come catacombe nel II e III secolo dC, era impiegata come discarica da alcune aziende operanti nella zona, che avevano creato degli “accessi” al sottosuolo per smaltire i propri rifiuti industriali. C’è chi ha trivellato per creare buchi per poi usarli come dei veri e propri tubi di scarico. Insomma, tra i vari usi che si sono fatti nel tempo della rete di cave, da catacombe a rifugi anti-bombardamento fino a fungaie e stalle, quello di immondezzaio nessuno se lo aspettava proprio. A portare alla scoperta della mega-discarica sotterranea le indagini dei vigili sui rottamatori abusivi di auto e sul racket dello smaltimento dei rifiuti speciali. «Abbiamo fatto delle videoispezioni con i droni per ricostruire così tutti i percorsi e i cunicoli. Abbiamo fatto una sorta di mappa – spiega il comandante Antonio Di Maggio – È un grandissimo danno non solo ambientale ma anche al patrimonio archeologico. Speriamo di riuscire a contrastare questo fenomeno». «Abbiamo trovato di tutto: elettrodomestici, catrame, calcinacci e scarti provenienti da lavorazioni meccaniche come gomme e batterie – prosegue – Sono il frutto di depositi abusivi predisposti nel tempo da tutti i rottamatori della zona. C’è praticamente un lago d’olio sottoterra. Ci sono scarichi di attività commerciali di via dell’Almone e attività industriali ma anche di palazzine private».

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