L’idea di Alfano: un centro per i migranti anche nel Nord-Est, a Tarvisio

26 Gen 2016 7:32 - di Redazione

L’Italia pensa a un hotspot anche nel Nord-Est Ma non basta: ci sono poi da affrontare al meglio gli ingressi dai Balcani benché, a conti fatti, alle nostre frontiere nordorientali gli ingressi siano numeri imparagonabili con quelli giunti sulle coste siciliane, calabresi e pugliesi. Per la realizzazione «degli hotspot stiamo valutando anche l’area del Nord-Est perché dobbiamo tenerci pronti a un’ipotesi di flusso da quella frontiera a seguito della rotta balcanica» ha detto ieri Alfano.

I centri post sbarco sono finora quelli di Lampedusa, Pozzallo e Trapani. Si pensa a Tarvisio

Spunta dunque – scrive “Il Sole 24 Ore” – l’ipotesi di un altro centro nell’Italia del Nord Est, forse Tarvisio. Secondo il ministro dell’Interno «alla fine di questa giornata di lavoro Schengen è salva per ora. Abbiamo poche settimane per evitare che si dissolva tra gli egoismi nazionali e le preoccupazioni di fronte a un’Europa – sottolinea Alfano – che fin qui si è dimostrata incapace non tanto di decidere, quanto di realizzare le decisioni assunte». Il tema in primo piano, poi, è Schengen. Osserva Alfano: «A tutti quelli che credono che per l’Italia la soluzione sia chiudere Schengen, al di là dei principi generali, dico: ma si rendono conto o no che nonpossiamo mettere il filo spinato nel mar Mediterraneo e nemmeno nell’Adriatico e il danno economico sarebbe enorme?». Su Schengen interviene il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. «Mettere in discussione l’idea di Schengensignifìca uccidere l’idea di Europa» scrive nella sua enews il presidente del Consiglio.

Renzi: “No alla demagogia di chi vorrebbe rinchiuderci nello sgabuzzino delle nostre paure”

«Abbiamo lottato – scrive Renzi – per decenni per abbattere i muri: pensare oggi di ricostruirli significa tradire noi stessi. Vorrei essere chiaro: il bisogno di sicurezza è un valore primario, irrinunciabile. Ma garantirlo con la chiusura non funziona. Se vogliamo più sicurezza, lavoriamo a livello militare, diplomatico, politico. Se vogliamo più sicurezza rianimiamo le nostre periferie con lo sport e con le scuole».

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