Family day a Roma a fine gennaio contro le adozioni gay e le unioni civili

7 Gen 2016 8:46 - di Redazione

Il «segnale» è arrivato. Ieri mattina. Poco prima di attaccare implicitamente il governo Renzi e il Pd che marciano dritti verso l’approvazione in Senato del disegno di legge sulle unioni civili, sottolineando che «nessun’altra istituzione deve oscurare la realtà della famiglia», il cardinale Angelo Bagnasco ha dato il via libera al «sostegno» che la Conferenza episcopale italiana darà al Family day.

Contrapposizione Vescovi – sinistra come nel 2006

E potrebbe riproporre praticamente lo stesso schema che nel biennio 2006-2008 vide opposta la Cei guidata da Camillo Ruini da un lato, e Palazzo Chigi all’epoca guidato da Romano Prodi dall’altro. Sono settimane che nell’eterogeneo fronte dei comitati in difesa della famiglia si pensa al remafce del 20 giugno scorso, quando centinaia di migliaia di persone si presentarono in piazza San Giovanni a Roma per protestare contro le unioni civili, ma senza il sostegno ufficiale dei vescovi. A dicembre, secondo quanto si mormora sull’asse che lega i moderati in Parlamento e Oltretevere, la questione arriva sull’uscio della casa di Santa Marta, dove risiede papa Francesco. E lì si ferma. La regola d’ingaggio del Vaticano — che si riassume nella formula «la Chiesa non è contraria a un Family day ma sono i laici che devono prendere l’iniziativa» — si presta a più chiavi di lettura.

Il family day contro la stepchild adoption e le unioni civili

A sentire il professor Massimo Gandolfini, il portavoce del Comitato «Difendiamo i nostri figli» che organizzò la manifestazione del giugno scorso, si ottengono solo conferme. Sono solo poche parole, che però non lasciano spazio ad alcun fraintendimento: «L’appuntamento con la grande manifestazione in difesa della famiglia tradizionale è sempre più vicino. E posso anche dirle che ci sarà senz’altro una grossa adesione dei vescovi diocesani». E ancora: «La nostra sarà una grande battaglia culturale in difesa di due principi. Il primo è che non ci può essere alcun tipo di omologazione, nè formale nè sostanziale, tra la famiglia prevista dalla Costituzione. Il secondo è la salvaguardia di quei valori a cui non siamo disposti a rinunciare». Ancora qualche giorno, insomma, e si capirà se quella tra Renzi e Bagnasco assomiglierà o meno alla sfida che vide opposti, quasi dieci anni fa, il «cattolico adulto» Prodi e la Cei del cardinal Ruini, si legge su “Il Corriere della Sera”.

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