Etruria, Renzi sempre più inguaiato: arrivano nuove carte sui Boschi

28 Gen 2016 10:09 - di Corrado Vitale

Matteo Renzi ha superato l’ostacolo della mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni sulla vicenda Banca Etruria, ma la sua non è che una vittoria di Pirro. Lo scandalo della “banca di famiglia” continuerà a tenere banco nelle prossime settimane. Emergono nuovi particolari sullo strano proscioglimento di papà Boschi dall’accusa di turbativa d’asta ed estorsione che lo vide indagato fino al 2014.

Tutto ruota intorno al ruolo svolto del magistrato Roberto Rossi, titolare dell’odierna inchiesta (come procuratore di Arezzo) sul dissesto di Banca Etruria. Fu proprio Rossi che a suo tempo chiese l’archiviazione di Boschi senior per i suddetti reati. Vale la pena sottolineare che il magistrato in questione ( consulente del governo fini al 31 dicembre scorso: su tale circostanza è stato aperto un procedimento presso il Csm) deve oggi decidere se iscrivere o meno Pier Luigi Boschi nel registro degli indagati.

Solo una multa per papà Boschi

Ebbene, come riferito nel nuovo numero di Panorama risulta che – singolare circostanza – la richiesta di archiviazione per papà Boschi avvenne due settimane dopo la sua partecipazione, nell’ottobre 2013, insieme con la figlia Maria Elena) ad un convegno organizzato dalla Procura. “All’epoca – leggiamo sul settimanale – il magistrato Roberto Rossi è il procuratore facente funzioni e sta indagando su Boschi per il reato di estorsione in quanto avrebbe preteso e intascato 250mila euro in nero per un affare immobiliare. Boschi è presente al convegno insieme con la figlia, Maria Elena, all’epoca parlamentare del Partito democratico e relatrice nello stesso convegno. Due settimane più tardi Rossi chiederà l’archiviazione del procedimento per estorsione e, nell’aprile 2014, Pier Luigi Boschi verserà all’Agenzia delle entrate una multa di circa 40 mila euro per l’evasione sul pagamento in nero”.

Il nervosismo dei renziani

Renzi ha superato l’ostacolo della mozione di sfiducia in Parlamento sul caso Etruria anche grazie all’apporto dei verdiniani e dei sostenitori di Tosi. Ma l’allargamento, di fatto, della maggioranza di governo non salva Renzi dal crescente discredito presso l’opinione pubblica. E sintomo del nervosismo di Renzi e del suo entourage è anche l’isterica censura Michele Anzaldi, deputato Pd e segretario in Vigilanza (un renziano di ferro) all’indirizzo del conduttore di Ballarò, Massimo Giannini, per una battuta sfuggitagli durante la puntata del 26 gennaio. Ginnini ha definito il caso Etruria un “rapporto incestuoso”. E il renziano Anzaldi ha parlato di “affermazione vergognosa” minacciando “risvolti giuridici pesanti”. E dire che la Rai è ormai Cosa Loro…

 

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