La Turchia non prende sul serio Putin. Davutoglu: “Il Kgb è morto da tempo”

19 Dic 2015 14:01 - di Karim Bruno

Il governo turco non prende sul serio le frasi pronunciate da Vladimir Putin, nel corso dalla conferenza stampa di fine anno, sull’abbattimento dell’aereo Sukhoi 24 da parte di F-16 turchi. Forse Putin “si ricorda dei suoi trascorsi nel Kgb, ma il Kgb è finito da tempo e la propaganda in stile sovietico appartiene alla storia”, ha detto il premier turco Ahmet Davutoglu alla stampa turca secondo quanto riferisce Hurriyet. “Ogni cosa che dice è accolta nel mondo con sarcasmo. Non possiamo prenderlo seriamente” ha aggiunto sulle minacce rivolte nei giorni scorsi dal presidente russo che aveva sfidato Ankara a violare lo spazio aereo siriano. “Invece di rispondergli con lo stesso tono, sorrido”, ha detto ancora.  Durante la conferenza stampa Putin aveva avanzato il sospetto che l’abbattimento dell’aereo russo sia stato un tentativo di compiacere gli Stati Uniti da parte di Ankara. “Non so se il calcolo fatto da qualcuno della leadership turca sia stato corretto o no, se gli americani ne hanno davvero bisogno”, aveva detto il presidente russo. Putin era andato oltre ipotizzando un “tacito accordo”, a un cero livello, del tipo “noi abbattiamo l’aereo russo e voi non dite nulla se noi occupiamo parti dell’Iraq”. Subito dopo Putin aveva aggiunto che in ogni caso il calcolo della Turchia si sarebbe rivelato sbagliato. “La Russia non è un Paese che scappa”, aveva detto, ricordando che, dopo l’abbattimento dell’aereo, la Russia aveva aumentato la sua presenza militare nella regione. L’ipotesi dell’incidente avanzata da Ankara, peraltro, non è stata mai ritenuta credibile da Mosca per il semplice fatto che non sono state presentate scuse ufficiali. Al contrario, i turchi sarebbero ricorsi alla Nato. Di qui la minaccia formulata da Putin senza giri di parole: “E adesso provino a volare nei cieli della Siria”. Insomma, la tensione tra i due Paesi non accenna affatto a diminuire. La risposta di Ankara rischia ora di irritare ancor di più il presidente russo.

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