Renzi in Rai anche la domenica. E il web ride: “Giletti sembrava Fracchia”

20 Dic 2015 19:16 - di Luca Maurelli
Solo qualche mese fa, alla vigilia del voto per le Regionali, Matteo Renzi si era sentito rivolgere da Massimo Giletti, nel salotto domenicale di RaiUno, memorabili domande polemiche del tipo, “presidente, ammetta, ma lei è bravo?”. All’epoca ci mancò poco che ci scappasse un bacetto in diretta, si sfiorò il piedino, c’era aria di preliminari, altro che inciuci sulla Boschi. A distanza di qualche mese quel feeling, a giudicare dall’intervista domenicale replicata oggi, non s’è mai interrotto tra il premier e il conduttore. La sintesi politica della giornata è di Ettore Cappetti (@kappaespada), che su Twitter fotografa come meglio non si potrebbe l’ennesima passeralla trionfale di Matteo Renzi nel pomeriggio domenicale di RaiUno: “Giletti urla, offende, usa slogan populisti quando ha di fronte politici di serie B. Con Renzi diventa Giandomenico Fracchia”. Ricordate il personaggio tragicomico di Paolo Villaggio, ancor più timido e imbarazzato di Fantozzi? Ecco, appunto.
Durante quella chiacchierata pomeridiana sulla rete ammiraglia, con il premier omaggiato a dovere da applausi e complimenti, sul web in effetti si scatenava la satira. Anche malvagia. Come quella di @Stregosauro, che dava conto di una domanda di Giletti leggermente umidiccia: “Giletti incalza Renzi, sua moglie… slurp… insegna… slurp… da una vita… slurp”. Poi arrivava il finto Gianni Kuperlo: “MI aspetto di vedere Renzi alla vigilia di Natale anche in “Una poltrona per due”.

Renzi e i proclami su Rai Uno, a voci unificate

Ma cosa ha detto Matteo Renzi in quell’intervista a voci unificate? Tra le cose più interessanti, la parte relativa alla difesa della Boschi: “Il conflitto di interessi dove sta? Di che stiamo parlando? Vediamo di essere molto chiari: questo Governo non guarda in faccia nessuno, saranno i tribunale a decidere chi sono i colpevoli e chi no. I titoli azionari di chi aveva quote di quelle banche sono stati azzerati. La verità è che in questa vicenda si è cercato di tirare in ballo il Governo perchè tutti sanno che il nostro Governo ha aiutato”. Sull’economia, le solite promesse: “Il 2015 si chiude meglio del 2014 ma non sono ancora soddisfatto. I segnali di ripresa ci sono ma ci vuole tempo. L’Italia è come se fosse guarita ma ancora non sta bene. Nel 2016 tutti i segnali dicono che andremo ancora meglio: faremo più dell’1,5% sul Pil, ma l’importante è che ci credano gli italiani, è tutto nelle nostre mani”. Grandi slogan anche sulla legge di Stabilità: “Ha tanti lingottini, finalmente taglia le tasse, a partire dalla prima casa. Io risparmio 433 euro, e tanti italiani risparmieranno. E né Comune né Regione possono alzare le tasse, per legge”. Infine, l’assoluzione di Bankitalia: non è colpa sua. Ecco, appunto: di chi è la colpa? Sarebbe stata una buona domanda.

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