Bollicine italiane superstar: 190 milioni le bottiglie vendute per Capodanno

29 Dic 2015 14:26 - di Gabriele Alberti

È un record assoluto. Per le sole festività di Capodanno saranno 190 milioni le bottiglie di spumante italiano stappate all’estero. E’ la stima di Coldiretti che parla di record storico per lo spumante Made in Italy: si registra un balzo del 13% nelle bottiglie esportate, sulla base dei dati Istat nei primi nove mesi del 2015 sul commercio con l’estero dove si beve la maggioranza dello spumante prodotto in Italia. Il risultato delle feste di fine anno – spiega Coldiretti – consente alle esportazioni di spumante italiano di superare per la prima volta nel 2015 il valore del miliardo di euro. Anche in Italia si registra dopo sette anni di riduzioni una svolta positiva con 52 milioni di tappi di spumante Made in Italy che salteranno nelle feste di fine anno, in aumento del 4% per cento. Fuori dai confini nazionali – sottolinea l’associazione – non sono mai state richieste cosi tante bollicine italiane come quest’anno. La domanda è cresciuta del 48% in Gran Bretagna e del 22% negli Stati Uniti che si classificano rispettivamente il primo ed il secondo mercato di sbocco delle bollicine italiane che però vanno forte anche in Germania (+5%), al terzo posto. E le richieste – precisa Coldiretti – sono aumentate del 9% anche da parte dei cugini francesi, sempre molto nazionalisti nelle scelte della tavola. Nella classifica delle bollicine italiane più consumate nel mondo ci sono nell’ordine il Prosecco, l’Asti, il Trento Doc e il Franciacorta che ormai sfidano alla pari il prestigioso Champagne francese. Quest’anno – sostiene l’associazione – all’estero si stapperanno più bottiglie di spumante italiano che di champagne francese. A pesare sul successo è il fatto che crescono anche le imitazioni in tutti i continenti a partire dall’Europa dove sono in vendita bottiglie di Kressecco e di Meer-Secco prodotte in Germania, richiamando palesemente il nostrano Prosecco, che viene peraltro copiato dalla Russia al Sudamerica.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *