Non restituisce lo stipendio, espulsa la grillina Fucksia: nel M5S volano stracci
Fa rumore la nuova “epurazione” in casa 5 Stelle della la senatrice Serenella Fucksia, messa al bando dal blog di Beppe Grillo dopo aver “viaggiato” sul pericoloso crinale della contestazione dall’inizio della legislatura. Contro di lei, più che i continui distinguo dalla linea della maggioranza, hanno giocato i rimborsi, quelle restituzioni di quota dello stipendio da parlamentare che gli eletti 5 Stelle devono versare alla collettività come deciso dalle regole di ingaggio del Movimento. La senatrice marchigiana, nonostante i ripetuti appelli a mettersi in regola, ha infatti tardato a comunicare i suoi versamenti e contro di lei è scattata la procedura di espulsione tramite consultazione sul blog: e gli attivisti hanno deciso che, nonostante le sue proteste, la sua esperienza tra i pentastellati dovesse terminare. Un vero e proprio plebiscito: contro di lei hanno infatti votato il 92,6% degli oltre 26 mila iscritti certificati che hanno partecipato alla consultazione. Ma la senatrice non ci sta e continua a polemizzare mettendo in luce le contraddizioni interne al movimento: «La rendicontazione è una scusa: il motivo della richiesta di espulsione nei miei confronti è molto più becero», dice la grillino.
Nel M5S ora volano gli stracci
C’è una lotta di potere in corso e si è trovata questa scusa per parlare di altro. Ma questo modo di comportarsi non fa onore al Movimento, è un altro autogol» si difende la grillino, ormai ex.. E attacca il capogruppo M5s a palazzo Madama, Mario Giarrusso: «E’ stato lui a volerlo per sottolineare in questo modo il suo ruolo, dare enfasi al suo mandato. Ma c’erano alcune cose che sarebbero venute fuori: e si è trovato il modo di offuscarle con accuse becere». Su Fb piovono le accuse: «Era a favore del jobs act, della cancellazione dell’art.18, della buona scuola e della Boschi». Troppo. Questa della Boschi, si vocifera infatti tra i 5 Stelle, sarebbe stata l’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso.
M5S, 37 i parlamentari persi per strada
Ma a carico della ex grillina ci sono una serie di prese di posizione non sempre in linea (ha all’attivo 253 voti in dissenso dal suo gruppo, il 2,8%): dalla vicinanza con il senatore dem Pietro Ichino sul jobs act ai voti “garantisti” nei confronti del leghista Calderoli a proposito della querelle con il ministro Kyenge e dell’alfaniano Giovanni Bilardi coinvolto nell’inchiesta sulle spese pazze in Calabria, fino ad arrivare ad un distinguo anche sulla richiesta di incandidabilità per Silvio Berlusconi. Già sfiduciata dal suo meet-up di Fabriano, la senatrice marchigiana era nel passato riuscita a schivare l’espulsione dopo un faccia a faccia con i vertici del Movimento. Ma ora il dado è tratto e con lei, tra espulsioni e dimissioni volontarie, salgono a quota 37 i parlamentari persi per strada dal M5s. «Il dittatorello del blog si è imposto. Chi critica è fuori dal M5S. Democrazia?»…