“Mafioso italiano”. Bufera sul partito di Sarkozy. E Le Pen gongola

11 Dic 2015 16:27 - di Laura Ferrari

Non basta il patto di desistenza contro Marine Le Pen per evitare la guerra frontale tra neo-gollisti e socialisti francesi. A incendiare il dibattito il presidente dell’Assemblée Nationale, Claude Bartolone, candidato socialista alla regione di Parigi,  che ha denunciato in tv di essere stato definito “mafioso” in un comizio dell’avversaria del partito di Sarkozy, Valerie Pecresse. «Dopo 50 anni che sono in Francia – ha detto a iTelé – mi rimproverano di non essere nato qui e di avere un padre italiano». La campagna elettorale nell’Ile-de-France ha avuto un’impennata polemica con un’intervista di Bartolone, apparsa due giorni fa su Le Nouvel Observateur. Nell’intervista, il presidente dell’Assemblea accusava la Pecresse di «usare le stesse parole del Front national» e di essere la paladina di «Versailles, Neuilly (zone residenziali, ndr) e della razza bianca». L’affermazione gli è valsa una denuncia dell’avversaria.

La frase incriminata: «Bisogna finirla con questo mafioso»

In queste ore, a iTele, Bartolone ha raccontato che in un comizio della Pecresse, che definisce «la candidata di Sarkozy», lei ha parlato di «sistema comunistardo e clientelare di Claude Bartolone». E – ha aggiunto – «l’idiota (il sindaco di destra che la ospitava) ha aggiunto «bisogna farla finita con questo mafioso». Capite la violenza che questo rappresenta? – ha detto Bartolone – sono presidente dell’Assemblée Nationale e dopo oltre 50 anni dal mio arrivo in Francia, mi si rimprovera di non essere nato in Francia e di avere un padre italiano. Immaginate cosa rappresenta questo per tutti i figli di immigranti dei quartieri popolari». Contro il sindaco che gli ha dato del “mafioso”, Bartolone ha già provveduto a sporgere denuncia. La risposta dell’Ump non si è fatta attendere. «Il termine mafia relativo ai socialisti francesi – contrattaccano su Twitter i sostenitori dell’Ump – lo ha usato per primo un esponente socialista, Gerard Dallongeville che ha anche scritto un libro per denunciare gli scandali del Pse francese. RoseMafia». I sostenitori della Pecresse hanno pure ricordato lo stile non proprio trasparente di Bartolone, che nel 2012 era finito al centro di uno scandalo per avere assunto nel suo staff la moglie.

 

 

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