Firenze, antifascisti contro polizia per impedire il corteo di Casaggì e FdI

19 Dic 2015 18:42 - di Giovanni Trotta

Cariche della polizia, sotto il Duomo di Firenze per respingere 150 antagonisti che avrebbero voluto raggiungere un corteo promosso dai centri sociali di destra Casaggì e da Fratelli d’Italia. Lo scontro c’è stato con il centro storico affollato per lo shopping prenatalizio, ma nessun passante è rimasto coinvolto. Ferito invece un antagonista e contuso un agente: entrambi sono al pronto soccorso dell’ospedale. Secondo quanto si è appreso, la questura aveva autorizzato un presidio statico delle sigle antagoniste e antifasciste fiorentine in piazza Duomo all’imbocco con via Calzaioli, ai piedi del campanile di Giotto. Per circa un’ora i manifestanti hanno rispettato la prescrizione, poi si sono mossi verso il cordone di agenti della Digos, presso il Battistero. Il dirigente della Digos ha intimato di fermarsi, ma il gruppo di 150 ha continuato la marcia, pressando la linea della polizia e costringendolo a far intervenire il reparto mobile con due interventi di respingimento, due cariche. Nello scontro i manifestanti hanno usato le aste in legno delle bandiere contro gli agenti. Un manifestante è finito a terra, ferito, ed è stato soccorso dalla vicina sede della Misericordia. La Digos ha quindi convinto gli antagonisti a muoversi in corteo in direzione opposta, verso piazza dei Ciompi, a buona distanza dalla manifestazione di destra. Circa 500 invece i partecipanti al corteo di Fdi e Casaggi, che è partito da piazza Unità d’Italia e che si è svolto nel centro senza problemi.

La manifestazione di FdI e Casaggì a Firenze si è svolta tranquillamente

Le sigle della destra sono scese in piazza con – dice il comunicato – «un grande corteo nazionale nel cuore di Firenze: l’obiettivo è quello di lanciare un forte messaggio al governo Renzi, nella sua città d’origine. Una mobilitazione popolare contro l’emergenza dell’immigrazione clandestina gestita in modo fallimentare da una sinistra che ha aperto i confini dell’Italia con rischi enormi per il tessuto sociale, economico e culturale di una Nazione che vive un momento di crisi e che, dopo gli attacchi di Parigi, deve confrontarsi con il pericolo del terrorismo. Il pericolo dell’infiltrazione del fondamentalismo islamico, lo Ius Soli e la cittadinanza rapida, le cooperative rosse che gestiscono il business milionario dell’accoglienza, lo sfruttamento della manodopera a basso costo, l’abbandono delle nostre periferie, l’assenza di un futuro per i nostri giovani, l’abolizione del reato di clandestinità, l’insicurezza e la criminalità in crescita, la subordinazione verso un’Europa che non tutela i nostri interessi, la concessione di diritti agli stranieri che i nostri connazionali si vedono negati, l’abusivismo e il degrado nei nostri centri storici, l’attacco ripetuto ai pilastri fondanti della nostra Civiltà e della nostra Tradizione, l’assenza di una politica estera di respiro mediterraneo e continentale, i rischi connessi alla società multietnica: sono solo alcuni dei problemi che, da italiani, abbiamo il dovere di affrontare e risolvere».

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