«Anche Dio è stato un bambino». L’ultima udienza papale dell’anno

30 Dic 2015 11:43 - di Redazione

«C’è stato un tempo in cui nella persona umana e divina di Gesù Dio è stato un bambino. e questo deve avere un significato peculiare per la nostra fede. È vero – ha detto Papa Francesco nell’ultima udienza generale a San Pietro del 2015 – che la sua morte in croce e la sua resurrezione sono la sua massima espressione d’amore per noi».

Il Papa parla dei “piccoli”

Il Papa ha ricordato l’infanzia nel periodo di Natale, «per crescere nella fede avremmo bisogno di contemplare più spesso Gesù bambino, certo non conosciamo nulla, abbiamo rare indicazioni sulla sua infanzia, sulla imposizione del nome… Sulla presentazione al tempio e inoltre sulla visita dei Magi con la conseguente fuga in Egitto, poi c’è un grande salto fino ai 12 anni, quando Gesù con Maria e Giuseppe va in pellegrinaggio e invece di tornare si ferma nel tempio a parlare come un dottore della legge». Papa Francesco ha anche ricordato che «la devozione per Gesù bambino è molto diffusa, tanti santi e sante l’hanno coltivata nella loro preghiera quotidiana e hanno desiderato modellare la loro vita su quella di Gesù bambino». Il Pontefice ha voluto sottolineare l’umiltà di Dio che per noi si è fatto piccolo, «un mistero grande – ha detto – Dio è umile, noi che siamo orgogliosi, pieni di vanità e ci crediamo una grande cosa siamo niente, lui il grande è umile e si fa bambino, Dio è umile, è bello, eh?»

Un messaggio ai nonni

«Sarà una bella cosa oggi quando torniamo a casa – ha detto ancora il Papa, che indossa un cappotto e una sciarpa per il grande freddo di queste ore – andare al presepe e baciare il bambino Gesù e dirgli “Gesù io voglio essere umile come te, umile come Dio”. Poi si è rivolto ai genitori e ai nonni: «È una bella attitudine che i genitori, i nonni, hanno, quella di guardare ai bambini, guardare cosa fanno. I bambini vogliono la nostra attenzione e devono stare al centro, non perché sono orgogliosi, ma perché hanno bisogno di sentirsi protetti, e amano giocare. E giocare con loro significa abbandonare la nostra logica per entrare nella loro, se vogliamo che si diverta è necessario capire cosa piace a lui e non essere egoisti e fare le cose che piacciono a noi».

Il presepe da coltivare

«Sono sicuro – ha detto infine il Papa – che nelle nostre case ancora tante famiglie hanno fatto il presepe portando avanti questa bella tradizione che risale a san Francesco d’Assisi e mantiene vivo nei nostri cuori il mistero di Dio che si fa uomo». Papa Francesco ha voluto dedicato la catechesi dell’ultima udienza dell’anno, proprio  a Gesù Bambino, come immagine del mistero di Dio.

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