Banche, nuova indagine della Finanza sulla Carim e sulla sua Fondazione
Riparte una nuova indagine del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Rimini sulla Carim, la Cassa di Risparmio di Rimini, istituto commissariato dalla Banca d’Italia il 3 ottobre del 2010 e lasciata a nuovi amministratori il 30 settembre del 2012.
Dopo la richiesta di rinvio a giudizio per 24 persone con accuse gravissime, un nuovo filone di indagine è stato notificato in questi giorni a 5 tra amministratori e manager di Carim e di Fondazione Carim, tecnicamente come “avviso di proroga indagine”.
Sulla banca romagnola i finanzieri continuano a scavare per capire se quegli stessi reati, contestati ad ex-manager e amministratori dell’istituto siano stati commessi dagli amministratori nominati dopo il commissariamento di Bankitalia, manager che fanno parte dell’attuale governance di Carim.
Nel mirino delle Fiamme Gialle, soprattutto, l’avvenuta distribuzione di utili che, anche in base alla relazione dei commissari di Bankitalia sarebbe potuta avvenire, vista la crisi della banca riminese, non prima del 2017. Per questo la guardia di Finanza e la Procura di Rimini si avvarranno della perizia di un consulente che esaminerà bilanci e ridistribuzione ai soci.
Rispetto alla prima parte dell’inchiesta sulla Carim di piazza Ferrari, però, questa volta gli investigatori vogliono chiarire anche il ruolo della Fondazione Carim, azionista di maggioranza, e verificare se il ruolo svolto dall’ente sia quello proprio delle fondazioni oppure, quello di “padrona” della banca riminese. Inoltre avrebbero destato dubbi il passaggio di figure manageriali dal cda della banca a quello della Fondazione e viceversa. Un travaso che fa sospettare alla Finanza più di una commistione inaccettabile.
Per quanto riguarda il primo filone d’indagine, l’8 marzo prossimo si discuterà davanti al Gup di Rimini, Fiorella Casadei, la richiesta di rinvio a giudizio per i 24 indagati Carim
Le ipotesi di reato formulate dal sostituto procuratore Luca Bertuzzi per la richiesta di rinvio a giudizio vanno da associazione per delinquere, false comunicazioni sociali e indebita restituzione dei conferimenti, tutti reati che sarebbero stati commessi negli anni 2009 e 2010.
Secondo le indagini della guardia di Finanza alla governance della Carim di quegli anni c’era «un sodalizio criminale – hanno stigmatizzato gli investigatori – composto dai vertici dell’istituto, in carica nel periodo dal 2009 fino al commissariamento che, a seguito di elargizione di mutui e di finanziamenti non assistiti da adeguate garanzie, ometteva dolosamente di evidenziare nei bilanci le perdite già maturate da tempo tramite stime e valutazioni palesemente non corrispondenti alla reale situazione del credito».
Nella prima inchiesta erano finiti indagati anche i due commissari Riccardo Sora e Piernicola Carollo ma, secondo un parere di Banca d’Italia, i due professionisti avevano agito bene, e così la Procura ne ha disposto l’archiviazione, contro la quale ha presentato ricorso il Comitato tutela piccoli azionisti della banca.