Banca Etruria, perquisizione della Finanza nella sede di Civitavecchia
Agenti delle Fiamme Gialle nella sede di Civitavecchia di Banca Etruria. La perquisizione della Guardia di Finanza è stata disposta dal magistrato nell’ambito dell’ inchiesta sul suicidio del pensionato Luigino D’Angelo, avvenuto lo scorso 28 novembre. L’uomo, titolare di obbligazioni subordinate della banca, si è ucciso nella cittadina laziale dopo aver scoperto l’azzeramento del suo capitale. L’inchiesta, per truffa e istigazione al suicidio, è al momento senza indagati. Con gli agenti in banca anche il pubblico ministero di Civitavecchia Alessandra D’Amore, titolare di un procedimento per istigazione al suicidio dell’uomo. Luigino D’Angelo aveva acquistato i titoli subordinati di Banca Etruria all’inizio del 2013, investendo gran parte dei suoi risparmi (110 mila euro, secondo alcune indiscrezioni). Non era riuscito ad ottenere la restituzione del denaro e, saputo di aver perso tutto, il 28 novembre scorso si è ucciso, lasciando una mail di addio alla moglie. “Chiedo scusa a tutti per il mio gesto – ha scritto – non è per i soldi, ma per lo smacco subito”. Intanto, continua a sollevare polemiche la storia della lettera inviata da Bruxelles al governo italiano contenente le obiezioni dei commissari Vestager e Hill circa l’utilizzo del Fondo interbancario di tutela dei depositi. Un documento che sostanzialmente richiama l’esecutivo italiano a tenere conto della giurisprudenza della Corte di giustizia europea che considera aiuti di Stato il ricorso ad una legge che obblighi il Fondo di garanzia a versare risorse nelle quattro banche. In sostanza, l’intervento verrebbe giudicato pubblico perché lo Stato di fatto espropria risorse private e le indirizza dove vuole. La lettera porta la data del 19 novembre scorso. E’ riservata. Ma ora Renzi sembra intenda renderla pubblica, nel tentativo di arginare le polemiche sorte nei confronti del governo. Una mossa azzardata. Che rischia di infrangere consolidate abitudini in sede europea.