Truffa in stile “Totò e Peppino” al Cup del Fatebenefratelli di Milano
Quasi come il mitico “Totò Truffa“. Fa tappa a Milano l’ingegno italico che mai smette di frullare. Perché proprio dal capoluogo lombardo arriva la notizia che cinque dipendenti dell’ospedale Fatebenefratelli sono stati denunciati dai carabinieri del Nas per truffa e peculato. Si sarebbero appropriati dei soldi delle prestazioni sanitarie dei cittadini. I dipendenti in questione, tipo appunto Totò e Peppino ( o Nino Taranto, che si dica ) – due dei quali già licenziati dalla struttura ospedaliera – sono tutti addetti allo sportello Cup (Centro unico di prenotazione). Il sistema ideato dal gruppo per la truffa era semplice: quasi come la vendita della Fontana di Trevi nell’indimenticabile film. Il cittadino che prenotava una prestazione pagava al dipendente allo sportello, il quale gli consegnava la ricevuta di avvenuto pagamento ma registrava nel sistema telematico che il pagamento sarebbe avvenuto al momento della prestazione o del ritiro delle analisi. Il trucco funzionava perché quando il cittadino si presentava per la prestazione aveva già la ricevuta di pagamento e il dipendente sanitario (ignaro della truffa) non aveva alcun motivo di dubitare e chiedergli di nuovo i soldi. Approfittando così del vuoto di comunicazione tra i due uffici i cinque truffatori avrebbero intascato non meno di 20 mila euro dal primo gennaio 2014 a oggi. Ma, non è detto che la truffa non fosse più antica. Infatti, i militari del Nas stanno analizzando i conti a partire dal 2009: c’è l’ipotesi che qualcuno andasse avanti con questo scherzetto dall’inizio degli anni Novanta. Meglio di Totò e Peppino. Che quelli, almeno, fingevano la truffa per farci fare due risate.