Toti apre alla “Lega Italia”: listone unico per vincere le elezioni politiche

12 Nov 2015 8:50 - di Redazione
Giovanni Toti

Listone unico sarà. Secondo Giovanni Toti, «Il centrodestra per vincere ha la necessità assoluta di restare unito, e se l’Italicum non cambierà deve pensare a una lista unica per il 2018». La manifestazione di Bologna ha lasciato una fotografia ancora tutta da interpretare. Silvio Berlusconi ospite sorridente sul palco, Matteo Salvini padrone di casa sicuro di sé, Giorgia Meloni leader pepata in cerca di collocazione. Ma siamo proprio sicuri che Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia possano stare assieme?, si chiede “la Stampa”. 

Con Italicum la lista unica è obbligata: iniziano le manovre in tal senso

Secondo Toti la risposta è nelle cose: con questa legge elettorale il centrodestra diviso non va da nessuna parte. Il modello da seguire è la Liguria, la regione che governa in coabitazione con la Lega del vicesegretario nazionale Edoardo Rixi, la regione strappata a una sinistra arrivata lacerata alle urne. E se qualcuno, vedi Altero Matteoli e gli altri del corpaccione moderato tra gli azzurri, vede male uno spostamento sulle posizioni più estreme e lepeniste di Salvini, Toti risponde: «Non sono appassionato di misurazioni di quanto ci siamo spostati verso destra o sinistra. Dico solo che se non fossimo stati tutti insieme non governeremmo questa regione, la Lombardia e neppure il Veneto. Spero che saremo tutti insieme per governare Torino, Milano, Roma, Napoli, Genova».

Toti apre alla lista unica: “per vincere le prossime elezioni”

Intanto, sulla Capitale, c’è da superare lo scoglio Alfio Marchini che non va giù a Meloni. Le amministrative, poi, saranno una prima tappa, importante, certo, ma relativamente per il centrodestra, che qualche chance potrebbe averla da spendere solo a Roma e forse a Milano. Nelle città, con le coalizioni, non c’è il problema di gareggiare sotto un unico vessillo. Altra cosa il voto nazionale previsto tra tré anni. Ed è in questa prospettiva più di lungo termine che sta lavorando il governatore ligure, anche delineando le proprie ambizioni personali che guardano al dopo-Berlusconi, che oggi tornerà in tv, a Porta a Porta, per provare a risalire nei sondaggi precipitati pericolosamente sotto il 10%.

Lista unica: Toti non dice niente di nuovo ma lo dice bene e al momento giusto.

A Genova come a Milano sanno che in Liguria non vuole restare troppi anni. Toti scalpita, è attivissimo in Fi. E più che con Salvini, sta giocando di sponda con il suo omologo lombardo Roberto Maroni. Entrambi non disdegnerebbero di «parcheggiare» il giovane segretario padano a Milano, come sindaco, o, male che vada, dicono i più maliziosi tra i leghisti, di liquidarlo con una bella sconfitta nella sua città. Il progetto di «Lega Italia», il brand temporaneo dei forzaleghisti, declinato su scala nazionale ha bisogno di sfondare anche al centro, dove si dice che si vincono le elezioni.

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