Salvini, Roma e programmi: ecco che cosa divide ancora il centrodestra

2 Nov 2015 12:52 - di Alberto Fraglia

Per un Matteoli che dice di non entusiasmarsi all’idea che Berlusconi scenda in pazza con Salvini a Bologna l’8 novembre, ecco la De Girolamo che la pensa all’opposto. Tanto per chiarire le sue idee sul combinato disposto Forza Italia-Lega, la deputata campana chiama in causa Tristezza, il personaggio fantastico del cartone animato “Inside Out”. Il cartone che sta spopolando  tra i  bambini e facendo il pieno nelle sale cinematografiche. Tristezza vede tutto negativo, dice la Nunzia. “Invece di essere come lei, rimbocchiamoci le mani e pensiamo a portare gente in piazza, lasciamo stare invidie e personalismi”. C’è dell’altro. Il Cavaliere approfitta della giornata domenicale per lanciare il programma del centrodestra riunito. Un elenco sintetico di tesi risapute e altre inedite. A colpire non sono i sei punti delle cose da fare per l’Italia, e per scalzare Renzi da Palazzo Chigi.  E’, soprattutto, l’annuncio che il programma da cui nasce la nuova unità su quel versante politico, finora frastagliato, frantumato, disarticolato, ridotto a un ginepraio di etichette e di personalissime ambizioni, sia frutto di un accordo, di una intesa con Meloni e Salvini. La speranza che si ritrovi unità e compattezza (almeno nel merito delle proposte) da quelle parti, sfiorisce però in un baleno. “Con Silvio Berlusconi e Matteo Salvini non abbiamo ancora concordato un programma in sei capitoli – fa sapere a stretto giro Giorgia Meloni – ma è positivo che si torni a parlare di contenuti”. Insomma, a sette giorni dall’annunciato evento di piazza tra i soggetti che dovrebbero dar vita alla sfida contro il renzismo si registrano ancora divergenze (non di poco conto) e si nutrono sospetti reciproci.

Tra Lega, Forza Italia e FdI incertezza sui candidati sindaci

Se tra Fi, Lega  e Fratelli d’Italia la scelta dei candidati per Roma, Milano, Napoli e via dicendo, è materia di confronto come ovvio e scontato, il posizionamento dei forzisti rispetto alla Lega non va preso sottogamba. In Forza Italia si confrontano ormai due posizioni: quella di chi sogna un rassemblemant che restituisca centralità, potere decisionale al Cavaliere e quella di chi, memore delle ripetute scissioni, insegue il miraggio di una riunificazione lungo il cosiddetto asse moderato. Si tratta di opzioni che sembrano voler ripercorrere linee, canali, idee superate. In una Italia invasa dai populismi, delusa dalla politica, con i partiti ridotti ai minimi termini, nell’era dell’uomo trasversale (dei Marchini, degli astronauti.. il ché è tutto dire), nel tempo in cui destra e sinistra paiono omologarsi e annullarsi, nell’epoca i cui i poteri reali ed effettivi si dislocano lungo  i binari dei mercati, della finanza, dei tecnici, e la politica, da parte sua, non riesce a fare altro che inseguirli, in una dimensione siffatta, il centrodestra, per risorgere, dovrebbe reinventarsi, disegnare nuovi scenari, restituire senso, ardimento, concretezza , forza autonoma ad una nuova idea della Politica e dell’Italia. Rinunciando a vecchie pastoie, a semplicistiche scorciatoie, a sterili contrapposizioni, a inutili forzature. Andare a Bologna senza prima essersi chiariti ed aver tracciato un minimo disegno comune rischia di produrre ulteriori danni. C’è una settimana di tempo per rimediare.

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