La relazione Gabrielli desecretata: ecco i 101 nomi di “mafia Capitale”
Gran parte dei nomi, come detto, sono già noti per essere finiti nell’elenco degli indagati. Ci sono però alcune personalità, fra i politici, la cui presenza nella relazione farà discutere. Ci sono 2 dei 19 consiglieri del Pd risultati decisivi per la caduta del sindaco Ignazio Marino, ovvero Alfredo Ferrari ed Erica Battaglia.
Nella relazione di Mafia Capitale anche 2 dei 19 consiglieri Pd che hanno cacciato Marino
Fa poi scalpore – si legge su “Il Tempo” – la presenza di Micaela Campana, deputata Dem ed ex compagna di Daniele Ozzimo, a sua volta ex assessore alla Casa arrestato a giugno. La Campana, della stessa corrente politica di Buzzi, invia un messaggio al ras delle coop dal testo enigmatico: “Bacio, grande capo”. Altro nome è quello di Eugenio Fatane’, che none’ formalmente indagato e pro segue il suo mandato da consigliere regionale. E non e’ indagato nemmeno Mattia Stella, ex braccio destro di Ignazio Marino, licenziato quando la sua posizione e’ iniziata a diventare scomoda. Ovviamente non basta questo per avanzare accuse, ci mancherebbe, ma l’inserimento del suo nome nella lista dei 101 e’ bastato per fargli perdere il posto qualche mese di anticipo sui suoi colleghi.
Nella relazione Gabrielli presente anche l’ex braccio destro di Marino
E anche Sel hai suoi rappresentanti, ovvero l’ex vicesindaco Luigi Nieri, costretto a dimettersi a luglio quando si venne a sapere dell’inserimento del suo nome nella lista dei 101, e l’ex presidente della Commissione Mobilità, Annamaria Cesaretti. Sempre l’ex vicesindaco accompagnò Ignazio Marino nel suo tour elettorale alla Coop 29 Giugno, occasione in cui l’ormai ex primo cittadino promise di versare il suo primo stipendio da sindaco alla “meritoria” cooperativa.
Il vero cuore di Mafia Capitale sono i dirigenti e funzionari pubblici
Ma i politici, pur facendo notizia, alla fine passano. Il quadro più’ rilevante, infatti, riguarda la fitta rete di dipendenti e funzionari pubblici di cui Mafia Capitale sembrava poter beneficiare. C’è, per esempio, Mirella Di Giovine, direttore del Dipartimento patrimonio. Stando all’accusa la donna compie “atti contrari ai doveri dell’ufficio consistenti nel promuovere, in sede di Assemblea capitolina, anche mediante emendamenti e deliberazioni di giunta” consentendo parte della dismissione del patrimonio immobiliare del Comune di Roma in favore delle cooperative di Salvatore Buzzi. Stessa cosacompie Brigida Paone, collaboratrice dell’assessorato alla Casa, la quale fa assumere la figlia dalla coop di Buzzi. In cambio si preoccupa anche lei di far arrivare alle società di matrice mafiosa vantaggi patrimoniali.
Dirigenti e funzionari pubblici a disposizione di Buzzi e delle coop rosse
Poi c’è Mario Cola, dipendente del Dipartimento patrimonio del Comune di Roma. L’uomo avrebbe ottenuto “utilità economiche” da Salvatore Buzzi, per consentire alla coop legata a Mafia Capitale di “occupare un immobile dell’Amministrazione capitolina in via del Frantoio”. Stando agli atti Cola avrebbe ” segnalato a Buzzi l’immobile ” e “posto in essere, successivamente all’occupazione, condotte intese alla legittimazione ex post dell’occupazione” concordando con Buzzi “un canone di affitto a prezzi irrisori, quantificato in 6-700 euro mensili per 1.000 metri quadrati”. Come ammise alcuni mesi fa anche l’ex assessore alla Legalità’, Alfonso Sabella, la legge non consente di licenziare o sospendere i dipendenti comunali indagati, ma solo quelli con provvedimento di custodia cautelare. Dunque l’effetto è che molti dei dirigenti contenuti nella lista sono stati solamente trasferiti di ruolo ma continuano ad essere operativi.