A Messina l’acqua non c’è. Ma ecco che arrivano le promesse di Renzi
Non c’è acqua a Messina. Potabile, dico. Perchè di quella salata, ne hanno quanta ne vogliono. Non c’è acqua, ma non è proprio una novità. Solo che al tempo di Renzi, di internet e dei canali all news, l’acqua che non c’è pare faccia più notizia. Perchè è stata spesso razionata, l’acqua. A Messina e pure in altre parti di questa che è la provincia più lunga d’Italia. Prima delle tubature posizionate sotto i terreni friabili. Prima dell’ubriacatura idrica dei mille-litri-secondo miseramente implosa sotto una frana che i sensori disattivati non hanno nè potevano registrare. Ma un tempo c’era la Democrazia Cristiana. E perciò cristianamente i cattolicissimi messinesi sopportavano la penuria d’acqua. Facendo di necessità virtù, se virtù si può chiamare lavarsi ogni sera con l’acqua nella bacinella, prima collo, orecchie, ascelle e braccia e poi, con la stessa, per non sprecare, pure i piedi. Tempi diversi. Di una Messina diversa. Tempi che non solo con la pasta e lo zucchero, ma anche con la promessa dell’acqua corrente a quanta ne vuoi, si vincevano le campagne elettorali. Ancora prima che alcune menti raffinatissime, si inventassero il Ponte. Il sogno del collegamento stabile con l’altra sponda. Quella dei cugini calabresi, sempre così invasivi e così presenti nella città. Il Ponte che, dunque, si sarebbe fatto. E che perciò ogni lustro sarebbe ricicciato per essere subito dopo accantonato. Ponte che ha forgiato, nutrito e poi ingoiato fior di classi dirigenti locali: quelle che hanno colonizzato la città dello Stretto e l’hanno devastata con una urbanizzazione selvaggia. Costringendo infine i messinesi a gettarsi nelle braccia di una nuova e speciale patologia di società civile che pare adori camminare a piedi scalzi e pare abbia in uggia il progresso. La classica chiusura del cerchio. Che ha riportato Messina ai tempi che furono: quelli in attesa del Ponte promesso e con l’acqua razionata. Solo che la Democrazia cristiana non c’è più. E neppure le sue mirabolanti certezze. Così i messinesi dovranno accontentarsi. Dell’acqua razionata. E delle promesse di Renzi.