L’Austria introduce l’asilo a tempo: porte aperte ai migranti solo per 3 anni

3 Nov 2015 9:59 - di Giulia Melodia

Il ministro dell’Interno di Vienna lo ha comunicato senza temporeggiamenti e senza perifrasi buoniste: l’‘Austria introduce l’asilo a tempo. È questa la soluzione diplomatico-politica individuata dalle autorità austriache per contrastare il flusso massiccio e ininterrotto di migranti, stabilita e annunciata dalla Grosse Koalition austriaca che ha deciso dunque di inasprire le regole dell’accoglienza. 

L’Austria introduce l’asilo a tempo

L’Austria modifica dunque le norme inerenti il diritto d’asilo e, al tempo stesso, trova l’accordo per garantire, a partire dal 15 novembre, porte aperte, ma soltanto per tre anni. Alla scadenza del periodo stabilito, il permesso di restare all’interno dei confini austriaci decadrà automaticamente. Una nuova verifica stabilirà poi se sussistano ancora i motivi per accordare un prolungamento dell’asilo. Le nuove regole sull’asilo, fanno inoltre sapere da Vienna, verranno approvate a dicembre, ma la loro validità sarà retroattiva già a partire dal 15 novembre, ha aggiunto in una nota il ministro dell’Interno Johanna Mikl-Leitner a compendio delle novità annunciate e argomentate.

L’“inasprimento” dell’accoglienza

E non è ancora tutto: altre misure di “inasprimento” dell’accoglienza contemplate dal ministero dell’Interno austriaco riguardano i ricongiungimenti. I migranti cui non viene riconosciuto il diritto d’asilo, ma solo la cosiddetta “tutela sussidiaria”, dovranno attendere 3 anni prima di poter portare i propri familiari in Austria. Finora l’attesa durava invece soltanto un anno. Si tratta di un provvedimento che toccherà soprattutto i migranti afghani, ai quali viene spesso riconosciuta la “tutela sussidiaria”, una sorta di asilo in versione “light”. Si tratta di migranti i cui casi non rientrano all’interno dei criteri dello status dei rifugiati riconosciuto dalla convenzione di Ginevra, ma per i quali sussistono reali pericoli in caso di rientro in patria (pena di morte, tortura, violenze). Oltre al prolungamento del tempo dei ricongiungimenti, a questa categoria di migranti saranno richieste alcune credenziali economiche, come vivere in un’abitazione sufficientemente grande per ospitare il nucleo familiare. Il tentativo è quello di arginare  – scoraggiare? – l’ondata migratoria ma, anche di regolamentare una situazione nel caos e normativamente inadeguato a una realtà in continua evoluzione (e in progressivo aggravamento).

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