L’appello all’unità nazionale di Renzi: “Non stiamo sottovalutando il terrore”
Di mattina il premier riunisce i vertici dell’intelligence, quindi va al Viminale dove presiede il Comitato per la sicurezza nazionale: fatta la rassegna delle azioni sul campo, Renzi fissa la linea che resterà la stessa per tutto il giorno, «l’obiettivo è rassicurare gli italiani, ma guai a far passare l’idea che stiamo sottovalutando il problema». Poi sente al telefono Hollande ed altri leader, ulteriori colloqui li avrà oggi al G20 in Turchia, dove ci saranno Cameron e Merkel.
Renzi: «l’obiettivo è rassicurare gli italiani: non stiamo sottovalutando il problema».
Renzi convoca a Palazzo Chigi i capigruppo di Camera e Senato, di maggioranza e opposizione, a cui trasmette subito il primo segnale sul fatto che «non abbiamo minacce circostanziate, ma siamo un Paese esposto». Senza negare che «l’attacco di Parigi è un cambio di passo della minaccia terroristica in Occidente. Quello che sta accadendo è il tentativo di mettere in discussione un modello di vita», dice il premier calcando l’accento sugli elementi simbolici di un teatro, uno stadio, un ristorante colpiti come luoghi della quotidianità.
Da Renzi un appello all’unità nazionale, senza grande successo
Il secondo messaggio è l’appello all’unità nazionale raccolto da tutti, perché «l’opinione pubblica è scossa e deve sentire l’Italia unita». Un appello anche alla responsabilità nell’uso delle parole, un chiaro riferimento critico all’uso del termine guerra da parte di Salvini. «Siamo un Paese forte che ha sconfitto terrorismo interno e stragi di mafia. Vinceremo anche questa sfida», dice Renzi.
Lega accoglie con molti distinguo l’appello di Renzi
Il summit va in scena nella biblioteca chigiana al terzo piano di Palazzo Chigi, un tavolone attorno al quale siedono i vertici Pd Rosato e Zanda, Brunetta e Romani di Fi, i capogruppo leghisti, Centinaio e Fedriga, dei 5Stelle Sorial e Giarrusso, di Sel, Scotto e De Pétris. Si decide che il governo, cioè Alfano, lunedì andrà alla Camera e che dunque ci sarà il dibattito parlamentare, un’informativa senza un voto previsto. Dove però gli animi si accenderanno sul tema della gestione dell’immigrazione, come si capisce già dai tweet di Salvini prò espulsioni. «Ci vuole un intervento internazionale in Siria, Iraq e Libia per fermare gli sgozzatori dell’Isis e controlli a tappetto su tutte le comunità ritenute a rischio di fondamentalismo islamico», dice Fedriga. Scalpita la Lega, «il governo non ci ha dato alcuna indicazione su come ritiene intervenire», protesta il leghista, con Centinaio a fargli eco, «Renzi ci ha fatto perdere tempo». Cosi come preme Forza Italia, «la vigilanza e l’intervento nei paesi dove questo terrore ha inizio è una delle opzioni che un governo forte deve valutare», dice Romani. A chi chiede più risorse per la sicurezza, Renzi però risponde che «ne abbiamo già stanziate in legge di stabilità, ma si può discutere di tutto».