La Kyenge cambia le carte in tavola: il pericolo non è il jihadismo ma il populismo

20 Nov 2015 15:27 - di Corrado Vitale

Cécile Kyenge ha voluto dire la sua sull’attacco jihadista all’Europa. Ma, dalle sue dichiarazioni, non si capisce affatto che il pericolo è rappresentato dal terrorismo islamico. Anzi, diciamo che l’europarlamentare Pd ed ex mimistro  ha compiuto il “capolavoro” di spostare l’attenzione, dall’integralismo islamico, al solito  “populismo” europeo. L’occasione della sua esternazione è la manifestazione  Not in my name organizzata dai musulmani d’Italia. «Sempre nella storia – afferma la Kyenge – ma a maggior ragione in questo tempo, l’incitamento all’odio razziale e religioso è una minaccia alla democrazia, la mina dall’interno». Fin qui nulla di strano. Poi però la Kyenge cambia le carte in tavola, mettendo in guardia dal rischio di una” deriva populista” in seguito alle stragi di Parigi. «Quello che per i populisti è una scommessa elettorale additando nei musulmani d’Europa e nei rifugiati il nemico, è anche la scommessa dei terroristi. Il loro “cavallo di Troia” è l’odio”. La conclusione è scontata: «Il rischio è quello  di un’ondata montante di razzismo, fomentata dai nostrani professionisti dell’odio, è la loro scommessa per minare dall’interno la coesione politica e sociale dell’Europa». Siamo alle solite: per la Kyenge, come  per tutti i buonisti e terzomondisti in servizio permanente effettivo, il vero nemico non è rappresentato dal fantasmo islamico che sta contagiando migliaia e migliaia di menti a seguito della tracotante e sanguinaria propaganda dell’Isis. Il pericolo non è la trasformazione dell’Islam in una ideologia incendiaria. No, il pericolo è nella stessa civiltà occidentale e nelle spinte all’autodifesa della nostra cultura e del nostro sistema di vita che provengono da da settori crescenti della società europea. Per la Kyenge tutti i popoli e tutte le culture hanno diritto alla loro identità. Tutti, meno i popoli dell’Europa. Se qualcuno prova a ribellarsi e a lanciare l’allarme, arriva puntuale l’accusa di populismo, razzismo, intolleranza e chi più ne ha più ne metta. Neanche il dolore per le stragi di Parigi, neanche lo smarrimento che percorre da un settimana i cuori degli europei riesce ad attenuare il fanatismo dei propagandisti del politicamente corretto.

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