I gay americani scelgono il loro “eroe”: è Obama «il nostro più grande alleato»

11 Nov 2015 11:43 - di Bianca Conte

Ed è così che, in piena crisi degli indici di gradimento, i gay d’oltreoceano risollevano le sorti in ribasso di Barack Obama incoronando il presidente Usa come «il nostro presidente. Un alleato, un eroe, un’icona». La comunità gay in America non ha dubbi: Obama è stato l’uomo della “svolta” e per sentenziarlo, e ribadirlo una volta di più, la rivista di settore Out celebra l’inquilino della Casa Bianca con un titolo che non lascia dubbi, dedicandogli una storica copertina: ed è la prima volta che un presidente americano in carica viene fotografato e intervistato su un magazine Lgbt.

I gay americani decretano: è Obama il loro “eroe”

E non è solo – almeno a detta della nutrita comunità americana di omosessuali – per la spinta inferta alla legalizzazione delle nozze gay: Obama nell’editoriale viene descritto come il presidente che ha intrapreso una serie di «iniziative epocali che stanno trasformando la posizione della comunità Lgbt in America». Vedi anche, tra l’altro, l’abolizione della regola ferrea del “Don’t Ask, Don’t Tell”, per cui ai militari era vietato fare “coming out”. Insomma, dalle colonne del magazine a stelle e strisce colano fiumi e fiumi di retorica omosex-patriottistica tutta indirizzata ad elogiare il numero uno degli States in uscita, definito il primo presidente degli Stati Uniti apertamente pro-gay della storia, o – come qualcuno afferma affettuosamente, «il primo presidente gay» – e a denigrare il solito nemico di turno: che stavolta ha alternativamente il volto ora di George Bush, ora – guarda, guarda – anche di Bill Clinton che, per i gay Usa, firmando il controverso “Defense Marriage of Act» (quello abrogato di recente dalla Corte Suprema e che riconosceva solo il matrimonio tra uomo e donna) ha indelebilmente «macchiato la sua reputazione». Pollice verso per Bill, dunque, e grandi pacche sulla spalla a Barack, insomma, nel derby dem tutto a stelle e strisce vinto a tavolino da Obama nonostante le sue tardive aperture sulle nozze omosessuali, che risalgono al 2012.

Il presidente Usa sulla copertina del magazine Lgbt

La copertina di Out che lo ritrae in un primo piano in bianco e nero serve così ad Obama – concordano molti osservatori – per rafforzare la sua immagine di «paladino dell’uguaglianza». Un’immagine parecchio offuscata negli ultimi tempi e che è parte integrante di quello sforzo che il presidente sta compiendo per rinverdire look presidenziale e credibilità interna ed internazionale con cui costruire la sua “eredità” – al momento depauperata da molte, troppe mancanze – a poco più di una anno dall’addio alla Casa Bianca. Così, mentre prova a leccarsi le ferite lasciate dalla guerra persa sull’uso delle armi e sulla incerta gestione del difficile rapporto Usa-Russia,( specie in relazione all’Isis), Obama aiutato dalla comunità di gay americani punta tutto sulla battaglia contro i cambiamenti climatici, contro il razzismo e per l’estensione dei diritti civili. Una battaglia già vinta – a detta del presidente Usa che nell’intervista cita anche le figlie Malia e Sasha – da «una nuova generazione» che ha «tolleranza zero contro ogni tipo di intolleranza». «Per loro e per i loro amici ogni forma di discriminazione non ha senso», spiega Obama. E i gay americani applaudono. Ancora una volta.

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