Aggressioni con l’acido, chiesti 20 anni per Martina Levato

27 Nov 2015 15:22 - di Desiree Ragazzi

Un altro processo per  la “ragazza con l’acido”. Il pm di Milano Marcello Musso ha chiesto la condanna a 20 anni di carcere per Martina Levato, sotto processo per altri blitz con l’acido dopo quello contro lo studente Pietro Barbini. Per quest’ultima aggressione Martina Levato era già stata condannata a 14 anni di reclusione assieme all’amante Alexander Boettcher.

Martina Levato e il suo complice

Il pm ha chiesto inoltre 14 anni di reclusione per il presunto complice, il bancario Andrea Magnani, anche lui imputato in questo processo. Entrambi sono accusati delle aggressioni con l’acido ai danni di Stefano Savi e Giuliano Carparelli. Le pene chieste dal pm sono già scontate di un terzo, come prevede il rito abbreviato. Il pm ha formulato la sua richiesta nel corso della requisitoria, nell’udienza a porte chiuse davanti al gup di Milano, Roberto Arnaldi.  La studentessa risponde anche del tentativo di evirazione subito da un giovane con cui aveva avuto un flirt. Per le aggressioni a Savi e Carparelli, Boettcher è, invece, sotto processo davanti al tribunale di Milano, in quanto non ha scelto il rito alternativo.

Martina Levato: «Tenete fuori i miei genitori»

Durante l’udienza, Martina Levato tra le lacrime ha voluto precisare: «La casa dei miei genitori non era la “base dell’acido”: i miei devono restare fuori da questa storia». Nel corso del controesame, i legali di Stefano Savi, sfigurato il 2 novembre 2014, hanno chiesto a Martina spiegazioni su un contenitore con soda caustica sequestrato lo scorso 15 gennaio nella casa dove viveva con i genitori, a Bollate. «Per quanto ne so non era soda caustica ma potassio – ha spiegato Martina – che un amico farmacista di mio padre aveva dato ai miei genitori. Serviva solo per conservare le olive, la casa dei miei genitori non era la “base dell’acido”».

La giovane punta il dito contro Magnani

Rispondendo alle domande dei legali delle vittime, parti civili nel processo, Martina Levato ha ribadito di «non c’entrare nulla» con l’agguato subito da Stefano Savi. Secondo l’accusa, il giovane sarebbe stato scambiato per Giuliano Carparelli, che aveva avuto un relazione fugace con la bocconiana in discoteca. A differenza di Savi, Carparelli, aggredito il 15 novembre 2014, riuscì a salvarsi, evitando il getto di acido. La giovane ha cercato poi di scagionare l’amante Alexander Boettcher. E ha puntato il dito contro il presunto complice, suo coimputato: «Mi aveva proposto di usare delle armi – ha ribadito la ragazza in aula – e in particolare una pistola».

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