Troppi scapoli disperati a caccia di moglie, la Cina rispolvera la poliandria
Il conto è presto fatto: in Cina nascono 118 maschi ogni cento femmine. Il risultato di questo squilibrio demografico con un gap in vertiginoso aumento è che un esercito di scapoli disperati batte il Paese in lungo e in largo cercando moglie e ha sempre meno speranze di trovarla. E il futuro sarà anche più buio. Di qui l’idea: togliere la polvere da un’antica usanza tribale e riportare ai fasti di un tempo la poliandria ovvero una moglie sposata a più mariti. Una sorta di cooperativa degli affetti (e, si immagina, anche del sesso) a fin di bene.
La trovata, che ha provocato qualche sorriso ma, anche, un diluvio di polemiche, è di un esimio rispettato professore universitario, Xie Zuoshi, dell’Università dello Zhejiang, una delle province più ricche della Cina, che tutto aveva meno che l’idea di provocare ma, piuttosto, la sua doveva essere la soluzione per risolvere il problema dello squilibrio tra i sessi, che in Cina ha assunto, oramai, proporzioni drammatiche.
L’antico costume tribale secondo il quale una donna può essere sposata a più uomini dovrebbe, nell’immaginario del docente, dare una soluzione al problema prima che sia troppo tardi. «Se non troviamo il modo di far accoppiare 30 milioni di scapoli – ha avvertito il professore con l’approccio di un catastrofista – le loro vite saranno senza speranza e potrebbero andare in giro stuprando, uccidendo, mettendo bombe…». «Certo – ha aggiunto – non sarebbe una cosa morale…ma non parlatemi di morale».
E’ un fatto che, oramai, il numero dei maschi cinesi sta superando quello delle donne, una situazione che nel giro di pochi anni porterà ad avere 30-40 milioni di giovani maschi per i quali sarà praticamente impossibile trovare una moglie.
Ça va sans dire, l’articolo col quale il docente ha proposto la sua singolare ricetta è andato fortissimo sul web vivacizzando il dibattito e rilanciando la questione che sta togliendo il sonno a milioni di scapoli.
La crescente domanda di mogli – ha scritto con solido approccio pragmatico il professore – porterà a un «aumento del valore» delle donne nella società. «Gli uomini con redditi alti saranno avvantaggiati, perché si potranno permettere di pagare i costi più alti». «Cosa faranno coloro che hanno un reddito basso?» si chiede poi. Una domanda che ha fatto rizzare i capelli sulla testa delle femministe. Ma il meglio doveva ancora arrivare. «Un modo è quello di formare dei gruppi di uomini che insieme cerchino una moglie. Non si tratta – prosegue il professore – di una mia idea peregrina. In alcune aree remote e povere ci sono già dei casi nei quali gruppi di fratelli sposano una sola donna, e vivono felicemente e armoniosamente».
Inoltre, se il reddito medio aumenterà «sarà più facile attirare donne dai Paesi del sudest asiatico e dell’Africa». In risposta un utente di Weibo, il Twitter cinese, ha sostenuto che secondo il professore «le donne non servono ad altro che a produrre eredi e ad accoppiarsi con un alto numero di uomini per risolvere i problemi di squilibrio nella popolazione… se questo è vero, cos’è che ci differenzia dagli animali?». Secondo Jing Xiang, un’attivista del “Media Monitor for Women Network“, il problema dello squilibrio tra i sessi «nasce da una tradizione che privilegia i maschi rispetto alle femmine».
In un’intervista alla Bbc, Jing ha definito «ridicola» l’idea della poliandria. La condizione di milioni di giovani che non riescono a trovare moglie ha portato negli ultimi anni a un aumento del traffico di donne tra la Cina e i Paesi vicini più poveri come il Myanmar e la Corea del Nord. In almeno un caso, denunciato lo scorso novembre dai media cinesi, si è verificata una truffa colossale. Una donna ha “importato” dal Vietnam decine di giovani mogli per scapoli disperati nella provincia settentrionale dell’Hebei. Per ogni moglie le sono stati pagati 115mila yuan (circa 16.500 euro). Un giorno le giovani mogli hanno annunciato ai mariti che avrebbero pranzato con le loro compatriote. Sono andate e non sono più tornate. Naturalmente anche la mediatrice è sparita. Le critiche non sembrano aver scalfito le convinzioni del professor Xie, che ha risposto con un secondo articolo. “Non mi parlate di morale”, ha scritto.