Sud sempre più distante dal Nord, ma il crollo si è fermato, dice lo SVIMEZ
Gli investimenti si confermano il principale freno al rilancio del Mezzogiorno. Nel rapporto annuale la Svimez stima anche peri il 2015 un calo deg i investimenti fissi lordi (-1%) mentre il CentroNord recupera l’1,5 per cento. Un dato che, unito a quelli sulla capacità produttiva dell’industria manifatturiera, sul livello di povertà e sul Pil pro capite, conferma – si legge su “Il Sole 24 Ore” – che la crisi ha ampliato i divari preesistenti con il resto del Paese. Non giustifica ancora entusiasmi la sostanziale stazionarietà del Pil atteso nel 2015 (+o,1% a fronte del +1% del Centro-Nord e dello 0,8% nazionale) nonostante arrivi dopo una caduta durata sette anni. Di ripresa seppur debole nel Mezzogiorno, sottolinea la Svimez, si potrà parlare nel 2016 (previsione +0,7% rispetto al +1,5% delle regioni più dinamiche). «Il ritorno del segno più proprio al Sud» è comunque una buona notizia, commenta il premier Matteo Renzi in missione in America Latina.
Sud frena il crollo dopo aver perso negli ultimi anni un terzo del suo PIL
«II calo del processo di accumulazione – secondo l’analisi del direttore della Svimez Riccardo Padovani – rappresenta il maggiore freno alla ripresa». Tra il 2008 e il 2014 gli investimenti fissi lordi sono diminuiti cumulativamente nel Mezzogiorno del 38%, 11 punti in più che nel resto del Paese. Un dato condizionato in misura rilevante dal calo sella spesa pubblica in conto capitale (nel 20o1 la Pa investiva al Sud il 40,4% mentre nel 2013 si è passati al 34%). E, come detto, anche nel 2015 la dinamica sarà negativa. Nel 2016 invece +0,5% al Sud, due punti in meno rispetto al Centro-Nord. In questo contesto permane l’emergenza manifatturiera, che tra il 2008- 2014 si è concretizzata in una caduta del prodotto del 34,8%.
Crollo del manifatturiero. Più che dimezzati gli investimenti.
Nel 2014 la quota del valore aggiunto manifatturiero sul Pii è stata pari al Sud all’8%, un dato molto lontano dal 17,9% del CentroNord e dal 20% di obiettivo Uè. I primi segnali positivi Timido ma comunque finalmente in territorio positivo l’andamento dei consumi stimati nel 2015 (+o,1% a fronte del +0,9% del Centro-Nord). Incoraggiante la dinamica del mercato del lavoro tra la fine del 2014 e la prima parte del 2015.