Sannio sott’acqua: “Ci hanno lasciato soli”. Critiche a Renzi e De Luca

21 Ott 2015 8:33 - di Redazione

«I sindaci sono arrabbiati e mi hanno detto cose terribili sugli aiuti ricevuti per l’emergenza». Claudio Ricci, presidente della Provincia di Benevento, non nasconde lo stato d’animo dei primi cittadini sanniti. Si sono sentiti abbandonati, nelle prime ore del disastro. E hanno dovuto fare da soli, per arginare dissesti e danni. E la gente è corsa in strada, ha spalato, si è data da fare rimboccandosi le maniche. Spiega ancora Ricci: «Le piogge di lunedì hanno dato il colpo di gra zia, investendo la zona del Fortore e isolandola. I sindaci chiedono più presenze divolontari». Cinque giorni dopo la prima mazzata con i due morti, arrivano i rinforzi: da Marche, Toscana e Umbria sono partiti i volontari chiesti dalla Regione Campania. Sono 54 delle organizzazioni nazionali Anpas, Misericordie, Ana, Cisom, Anai e Vab, con altri 54 della colonna mobile della Regione Marche, 35 della colonna toscana e 30 della colonna umbra. Mentre partivano, nel Sannio crollavano altri due ponti, isolando di più alcuni Comuni del Fortore e dell’Alto Tammaro.

Mezza provincia di Benevento allagata: emergenza totale nel Sannio

La mazzata per Castelpagano, Colle Sannita, Pesco Sannita, Circello è arrivata con le bombe d’acqua di due giorni fa. Ma non stanno meglio Casalduni, Apice, San Giorgio la Molara. Dice Pasquale lacovella, sindaco di Casalduni: «Il paese è diviso in due. Nella strada provinciale, che collega le frazioni al centro, si è aperta una voragine e non si passa. Nelle prime ore, ci ha dato una grossa mano la Croce rossa, poi nessun altro». A Casalduni, m 600 sono rimasti senza acqua potabile. Hanno dovuto ricorrere ad una cisterna dei Vigili del fuoco. A Circello, invece, due ponti sono crollati. Racconta il sindaco Gianclaudio Golia: «Ho chiesto l’aiuto dell’esercito. Ci sono intere contrade isolate, con strade inaccessibili. Non vedo alternative ad un aiuto speciale». Il sindaco di Santa Croce del Sannio, Antonio Di Maria, ha scritto al prefetto. Il paese rischia l’isolamento, con la statale 87 invasa dal fango e le provinciali per Castelpagano e Cercemaggiore che si percorrono a fatica. Sono le famose «somm eurgenze», perripristinareicollegamenti e ritornare alla normalità.

In molti Comuni, le scuole restano chiuse.

Alle accuse di ritardo, Roberto Oreficini (direttore dell’ufficio idrogeologico della Protezione civile a Roma), a Benevento in sostituzione del direttore Curcio, replica: «Abbiamo ripetuto – si legge su “il Mattino” – che il termi ne ultimo, per avere il quadro dei danni, sono le 18 di oggi. Servono al governo per dichiarare lo stato d’emergenza. È il presupposto giuridico per intervenire e coprire le spese». Una dichiarazione che sembra un passo indietro rispetto a quanto aveva promesso, il giorno prima, il direttore Fabrizio Curcio, che aveva assicurato: «Dico ai sindaci di intervenire subito nelle situazioni più gravi. Copriremo le spese, quello che ho visto è certamente una situazione di grave emergenza».

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