Marino si è dimesso. Roma è finalmente libera dal peggior sindaco della sua storia (video)

8 Ott 2015 19:38 - di Corrado Vitale

Alla fine si è dimesso, ma ce n’è voluta. Ignazio Marino getta la spugna. Nell’annunciare le sue dimissioni, tenta comunque di tenere un po’ sulla graticola i suoi oppositori. «Presento le mie dimissioni. Sapendo che queste possono per legge essere ritirate entro venti giorni. Non è un’astuzia la mia: è la ricerca di una verifica seria se è ancora possibile ricostruire queste condizioni politiche». Ma il dado è ormai tratto e Roma è  finalmente libera dal peggio sindaco della sua storia. Il suo caso è comunque unico nella storia della politica italiana. Il Pd romano (e nazionale) non lo voleva più in Campidoglio. Gli assessori dem si erano dimessi. L’alleato in maggioranza Sel gli aveva detto chiaramente di andarsene. Piazza del Campidoglio era assediata da una folla inferocita. Ma lui fino all’ultimo non ha voluto sapere di dimettersi. Giovedì 8 ottobre è stato il giorno più lungo dell’ormai ex sindaco di Roma. E merita di essere raccontato,  perché dimostra l’assurdità politica in cui è precipitata la Capitale d’Italia.

La prima bordata contro Marino è di Sel

Il giorno più lungo di Marino comincia subito dopo le dieci del mattino, quando dall’alleato Sel arriva l’avviso di sfratto. «È evidente che i passi annunciati da Marino non sono più sufficienti. Il sindaco valuti se esistono ancora le condizioni per proseguire il suo mandato». Così Paolo Cento, segretario vendoliano di Roma. Riunione del gruppo Sel in Campidoglio e nuova bordata contro Marino. «Confermiamo che siamo di fronte a una situazione grave, si è eroso il rapporto di fiducia tra sindaco e città. Salvo cose clamorose, ovvero notizie diverse da quelle che abbiamo appreso, chiediamo un passo indietro del sindaco».

Il Pd verso la mozione di sfiducia

In tarda mattinata comincia a muoversi anche il Pd  Il commissario Matteo Orfini e Paolo Cento si sentono e  concordano questa linea: attendono un passo indietro del sindaco Ignazio Marino entro le 16, altrimenti all’ordine del giorno della loro riunione ci sarà la possibilità di sfiduciare in Aula il primo cittadino.

Si dimettono gli assessori: «È finita»

Nel primo pomeriggio altro colpo. L’assessore ai Trasporti Stefano Esposito e il vicesindaco Marco Causi hanno annunciato le loro dimissioni nella giunta in corso sul caso Marino. Poco dopo si dimette anche l’assessore al Turismo di Roma, Luigina Di Liegro. Ma il primo cittadino fa sapere che intende “resistere”. Successivamente gli assessori di missionari si incontrano Orfini e subito dopo ripartono verso il Campidoglio con il compito di recapitare a marino questo messaggio: «È finita, meglio dimettersi». Ma Ignazio Marino rimane asserragliato nel bunker.

Il centrodestra in piazza

Mentre nei Palazzi romani si svolge lo psicodramma di Marino, una folla inferocita si raccoglie a piazza del Campidoglio. «Dimissioni, dimissioni», «elezioni, elezioni», «Marino vattene». Questi i cori che si levano da piazza del Campidoglio dove sono scese le opposizioni, e diverse realtà del centro destra: da Ncd a FdI, da Noi con Salvini a Casapound.

 

 

 

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