Fitto propone uno choc fiscale: giù le tasse per 48 miliardi. Ecco come

23 Ott 2015 8:18 - di Redazione

Troppo poco: per rilanciare la crescita serve uno choc fiscale, un taglio delle tasse di 48 miliardi nel triennio, di cui24 già nel 2016. E questa la proposta lanciata dai Conservatori riformisti di Raffaele Fitto, che l’8 novembre hanno organizzato una manifestazione per rilanciare le modifiche alla legge di stabilità e le proposte «per il futuro del Paese». La data dell’8 novembre non è certo casuale, visto che coincide con la manifestazione a Bologna della Lega a cui ieri ha detto di voler partecipare anche il leader di Fi Silvio Berlusconi. L’obiettivo evidente è di offrire una proposta alternativa che punta sui temi storici del centrodestra

Fitto: shock fiscale da 48 miliardi, appuntamento l’8 novembre a Roma

E così mentre il forzista Renato Brunetta attacca il Governo per aver fatto una riduzione delle tasse in deficit, Fitto rilancia: «Renzi non ha fatto “troppo” ma troppo poco». Se si vuole sfruttare la contingenza favorevole dell’attuale contesto internazionale, occorre avere il coraggio di un «taglio fiscale massiccio», sottolinea Fitto nel corso di una conferenza stampa a cui hanno partecipato il capogruppo di Cor (acronimo dei Conservatori riformisti) e il deputato Daniele Capezzone.

Estendere l’abolizione di Imu e Tasi a tutti i beni strumentali dell’attività d’impresa

Basta IMU e TASI su capannoni, negozi, studi professionali che costerebbe circa 8 miliardi. A questi dovrebbero aggiungersi altri 18 nel primo biennio per la riduzione dell’Irap e dell’Ires e io miliardi per la rimodulazione delle aliquote Irpefa sostegno delle buste paga dei lavoratori. Giù anche l’Iva (al 20%) in due anni. La copertura – assicura Cor – è certa e la conferma è che analoghe proposte erano state già formulate in emendamenti alla scorsa legge di Stabilità «tutti ammessi dalla commissione Bilancio, proprio perché coperti», si legge su “Il Sole 24 Ore”.

Fitto si ispira sempre di più a Cameron

Fitto dice che “guardiamo con interesse all’Inghilterra di Cameron come modello a cui ispirarsi, dove sono state abbassate davvero le tasse e sono in salita l’occupazione e la crescita. Se l’Inghilterra è alla vigilia di una scelta decisiva se restare o meno nella Ue, ciò dovrebbe far riflettere tutti su che cosa è l’Europa oggi. E come è urgente cambiarla”

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