Un marocchino sul bus invoca stragi dell’Isis in Italia: attimi di paura a Prato
Un marocchino inneggia all‘Islam radicale, all’odio sociale, al terrore stragista. Stavolta è accaduto su un autobus di linea di Prato, trasformato dall’immigrato già abbondantemente noto alle forze dell’ordine locali, in improvvisato pulpito del suo delirio pro-Isis. Un momento di follia figlio della propaganda jihadista ed esempio lampante di un’integrazione non riuscita, forse mai perseguita.
Marocchino invoca stragi in Italia
La vicenda sarebbe anche comicamente surreale di per sé, per le immagini a cui rimanda, di un folle che all’improvviso comincia a urlare nel corridoio di un autobus tutto il suo fervore integralista. Una scena assurda, si diceva, se non fosse per la portata di ostilità che contiene e per l’incitazione all’orrore che quelle frasi sconnesse, urlate dal marocchino ai malcapitati passeggeri del bus, evocano ad ogni singola sillaba. L’uomo, infatti, che fino all’istante prima era sembrato semplicemente uno dei tanti cittadini a bordo su una linea del trasporto pubblico nel centro storico di Prato, da un secondo all’altro ha iniziato a declamare a gran voce slogan inneggianti all’Islam radicale, esaltando, con precisi riferimenti, i cruenti attentati di matrice islamista avvenuti in Francia e Spagna; auspicando, con minacce neanche troppo velate, l’imminenza di prossimi attentati anche in Italia, spaventando quindi non poco gli altri viaggiatori a bordo.
Esempio di integrazione non riuscita
Il fracasso inscenato e la considerazione della possibile pericolosità del personaggio sono stati tali che polizia e carabinieri sono stati costretti a intervenire, a identificare l’uomo e a denunciarlo per il reato di pubblica intimidazione. Come se quanto appena accaduto non fosse già ancora abbastanza, poi, anche in presenza degli agenti il marocchino, non pago del veleno vomitato fino a quel momento in faccia a tutti, ha cominciato a urlare a destra e a manca minacce di varia natura su ipotetici, gravi attentati alla sicurezza nazionale. Ora l’uomo deve osservare la misura dell’obbligo di presentazione presso la caserme dell’Arma dei carabinieri. Il protagonista di questa assurda vicenda – nonché vittima di una proaganda ossessiva che in nome dell’Islam radicale inneggia all’odio per il “nemico occidentale” e alla sua morte violenta – è un nordafricano trentanovenne, con precedenti penali, dotato di regolare permesso di soggiorno: insomma, un immigrato come ce ne sono tanti, tantissimi, disseminati sul territorio nazionale. Quelli per i quali si chiede accoglienza. Quelli per cui s’invoca solidarietà e che, in molti casi come questo purtroppo – come la cronaca dimostra tragicamente ormai all’ìordine del giorno – arrivano ad odiarci a morte. E ad augurarcela.