Riforme: per uscire dall’impasse, Renzi riscopre la legge Tatarella

21 Set 2015 18:44 - di Tito Flavi

Per uscire dall’impasse Renzi riscopre Tatarella.  L”‘elezione diretta (dei futuri senatori, ndr) non può sussistere” perché c’è già stata una “lettura in doppia conforme”, ma si può pensare ad un meccanismo di indicazione dei senatori sul modello “della Legge regionale del 1995, quella che appunto reca la firma di Giusppe tatarella. Renzi minaccia anche  Grasso. Se il presidente del Senato dovesse aprire a modifiche all’art.2 “si dovrebbero convocare Camera e Senato perché saremmo davanti ad un fatto inedito”. Così il premier, alla Direzione del Pd, parlando della decisione di Grasso sull’emendabilità dell’art.2. È subito polemica. E il premier è costretto a precisare. “Se il presidente del Senato apre sulla doppia conforme dobbiamo fare una riunione dei gruppi Pd di Camere e Senato per ragionare su che cosa fare. Nei poteri del premier non c’è il potere di convocare Camera e Senato”. Il danno è fatto e il tono intimidatorio di Renzi non sfugge a nessuno. Il premier non si sposta di una virgola.

Per il resto Renzi torna a prendersela con i soliti “gufi” e a rispedire al mittente le accuse di autoritarismo. “Di fronte al continuo ritornello per cui con le riforme siamo a una svolta autoritaria e antidemocratica, una risata è l’unica risposta immaginabile”. E poi: “Per la prima volta non c’è un tentativo di azione sulla forma di governo e magari qualcuno tra di noi non è d’accordo”. Renzi ha ricordato che “le riforme del centrosinistra degli anni precedenti erano anche più ambiziose della nostra riforma”, con la quale “nessun potere del presidente del Consiglio viene modificato da questa riforma”.

Il premier non manca nemmeno di strapazzare la minoranza del suo partito: “La composizione del nuovo Senato è un piccolo puntino del tutto secondario di un’ampia riforma costituzionale che cambia le regole del gioco ed è a sua volta un tassello importante di mosaico più ampio. L’idea che il Pd tutti i giorni sui tg non stia sui temi immigrazione, Europa, crescita, ma a discutere in una sfibrante dialettica interna su emendamento X o Y è riduttivo e frustrante per nostri militanti e volontari”.

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