Milano, commercianti esasperati: «Ora basta, immigrati fuori controllo»
Hanno chiesto un incontro al prefetto perché non ne possono più «di dover scavalcare e litigare con i presunti “profughi”». L’iniziativa è stata presa da un gruppo di commercianti e ristoratori della zona di Porta Venezia a Milano, ormai al limite dell’esasperazione per il degrado in cui è lasciato il quartiere, che comprende anche i giardini Indro Montanelli.
Nasce il Comitato di Liberazione Porta Venezia
Gli esercenti, raccogliendo anche il disagio dei residenti, hanno dato vita al Comitato di Liberazione Porta Venezia, lamentando una presenza incontrollata di immigrati che ha gettato il quartiere in una situazione insostenibile e dato un colpo pressoché mortale al commercio: «La clientela è diminuita del 70%». «Porta Venezia da troppo tempo vive e subisce una situazione di insicurezza, degrado e disagio economico e sociale non più tollerabile», hanno scritto in una lettera al prefetto Francesco Paolo Tronca i portavoce del Comitato Luca Longo, Giovanni Cafaro, Nicoletta Regogliosi, Paolo Ippolito Uguccioni. «Come lei ben sa, sono oltre due anni che le vie del Quadrilatero Lazzaretto sono ciclicamente assediate da profughi eritrei-etiopi che, nelle ore diurne bivaccano sui marciapiedi, dove svolgono anche le loro funzioni fisiologiche», si legge ancora nella lettera, in cui si ricorda anche che i cittadini residenti «non ne possono più di dover scavalcare e litigare con i presunti i “profughi”».
Sul degrado di Milano, cittadini inascoltati
Inoltre, «come era prevedibile, la mancanza di controllo dell’area ha portato a un incremento di reati», hanno sottolineato ancora i commercianti, ricordando che la situazione di Porta Venezia è già stata denunciata più volte da abitanti e comitati. Nella zona, sia per la vicinanza alla stazione sia perché giardini e Bastioni offrono ricoveri di fortuna, da tempo la presenza di profughi e immigrati è molto alta. «Lei ha dichiarato pubblicamente che avrebbe istituito un presidio fisso delle forze dell’ordine h24, cosa che – hanno recriminato nella lettera al prefetto i commercianti – non è ancora avvenuta».