L’Isis trema. Arrivano i “caschi blu della cultura” mandati da Renzi…

29 Set 2015 12:36 - di Gloria Sabatini

«Dall’Italia i caschi blu della cultura». Al secondo giorno di Assemblea delle Nazioni Unite Matteo Renzi, in grande spolvero, sfodera l’ennesimo slogan a effetto, giusto pochi caratteri da postare a tempo di record su Twitter per la gioia dei fan. Il titolo è assicurato e l’Isis trema per la pericolosa controffensiva made in Italy.

I caschi blu di Renzi

Raid aerei? Operazioni militari contro i tagliagole del califfato? Ma no. Sguardo furbetto, il premier italiano, versione Woodkstock, si presenta al Palazzo di vetro con un’offerta a cui non si può dure di no (insieme all’immancabile valigetta di slide e il suo inimitabile inglese maccheronico).  “Mettete i fiori nei vostri cannoni”: ecco il contributo italiano alle operazioni di peacekeeping al tavolo dei big, riuniti per rispondere alle minacce del terrorismo internazionale. Udite udite: da Palazzo Chigi arrivano “i caschi blu della cultura”, la poderosa task force per proteggere il patrimonio culturale. «C’è una dimensione emergente che vorrei portare alla vostra attenzione. – ha detto Renzi sotto i riflettori di tutto il mondo – ed è quello che l’Italia crede si debba fare per proteggere il patrimonio culturale in situazioni di crisi. Faccio riferimento a Unite4Heritage».  È la risposta “tempestiva” del governo italiano all’allarme dell’Unesco dopo gli scempi di questi mesi e la distruzione dei templi di Palmira, lo straordinario sito archeologico dell’antica perla nel deserto siriano.

L’Sos dell’Unesco

«L’iniziativa prevede la creazione di una unità nazionale specializzata, formata dai Carabinieri e da esperti civili, con l’obiettivo di preservare il patrimonio culturale. Quali saranno i suoi compiti? Quelli di operare sia in situazioni di disastri naturali che di guerra con compiti sia di formazione che operativi per dare consigli ai governi locali», ha detto Renzi gongolante tra gli sguardi perplessi dei presenti.

In Siria niente armi

Sul terremoto siriano, però, l’Italia non dà cenni di vita. L’intrepido Renzi esclude interventi militari: «Se la posizione di tutta la comunità internazionale sulla Siria fosse stata la stessa, avremmo risolto da quel dì. La questione è complicata. L’Italia farà la sua parte senza intervenire in questo contesto in Siria perché mancano anche i presupposti giuridici al di là delle valutazioni politiche». E pensare che quei due azzeccagarbugli di Putin e Obama ci stanno facendo un pensierino. Intanto su Facebook, come nel diario di uno scolaretto alle prime armi, Renzi annota le emozioni della sua trasferta newyorkese: «Seconda giornata di Assemblea dell’Onu. Discorsi significativi, intensi appuntamenti bilaterali, breakfast con i principali investitori americani dove abbiamo registrato un ottimo clima  verso la situazione economica dell’Italia. Principale appuntamento di oggi (martedì, ndr) il summit sulle operazioni di peacekeeping, in cui l’Italia è uno dei punti di riferimento a livello internazionale. Domani (mercoledì) intervengo in Assemblea generale e torniamo a Roma, subito al lavoro sulla legge di stabilità». Ma che bravo. Un globe-trotter al servizio della nazione. Come Ignazio Marino.

 

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