La rabbia degli studenti: iscriversi ai test universitari costa un occhio…

8 Set 2015 13:27 - di Gabriele Alberti

Università tra test e proteste. Inizia in tutta Italia  la “lotteria” dei testi di ammissione alle facoltà di Medicina e Chirurgia, Odontoiatria, Veterinaria e Architettura. Sono in tutto 79.451 i giovani che hanno fatto domanda per prendere parte alla selezione nazionale. I posti disponibili sono 9.530 per Medicina, 792 per Odontoiatria, 717 per Veterinaria, 7.802 per Architettura. Non sono mancate le polemiche e mobilitazioni fin dalla mattina in tutta Italia contro il numero chiuso delle facoltà e i costi stellari per accedere alle selezioni: blitz delle associazioni degli studenti al Miur, all’alba, per «rivendicare il diritto all’accesso libero e difendere l’università pubblica». Un centinaio di studenti medi e universitari hanno allestito sulle scalinate del ministero una vera e propria lotteria per manifestare il loro disaccordo «contro un sistema che affida molte volte al caso la definizione del futuro dei giovani italiani» e che di anno in anno fissa sempre più paletti allo studio universitario: «Il 44% di corsi è ormai a numero programmato, il 5% più dello scorso anno», calcola l’Unione degli Universitari. Altri presidi e manifestazioni di protesta in tutta Italia: oltre a Roma anche Napoli, Milano, Torino, Bologna, Bari, Salerno, L’Aquila, Campobasso, Pisa, Siena, Ferrara, Padova, Udine e Trieste sono sul sentiero di guerra.

I test universitari portano 3 mln agli Atenei

A fare infuriare è soprattutto il costo stellare per accedere ai test. Sono quasi 3 milioni gli euro entrati nelle casse delle università pubbliche con le tasse di iscrizione ai test universitari di accesso alle facoltà di Medicina e Chirurgia. La tassa varia da ateneo ad ateneo: a Milano Bicocca, ad esempio, svolgere il test costa 10 euro, a Napoli 100 euro. Secondo una stima di skuola.net, dunque, considerato che i candidati sono circa 57 mila per 9 mila posti, l’incasso per le università pubbliche ammonterebbe a poco meno di 3 milioni di euro. Una cifra destinata a lievitare – osserva il portale – perché 3 candidati su 4, contemplando l’opzione fallimento, si sono iscritti anche ad altri test di ammissione. La forbice dei costi di iscrizione al test di Medicina è compresa tra i 10 euro di Milano Bicocca e i 100 euro delle quattro università più costose: la Federico II e la Seconda Università di Napoli, l’Università del Piemonte Orientale Vercelli- Avogadro e quella di Salerno. A Messina costa 90 euro. Più economiche, dopo la Bicocca di Milano, le sarde Cagliari e Sassari (22 euro e 25 euro), e la veneta Padova (27 euro). Insomma, i testi universitari costano un occhio della testa alle famiglie.

Zaia: «Auguri alle vittime del governo e dei quiz demenziali»

Costi elevati a parte, i corsi a numero chiuso continuano a crescere. Ormai quasi la metà dei corsi di laurea di tutta Italia sono ad accesso programmato, ma nel frattempo le nostre Università perdono migliaia di iscritti ogni anno. È un paradosso tutto italiano: perdiamo iscritti e immatricolati di continuo, e invece di cercare di recuperarli, allarghiamo il numero chiuso e impediamo il libero accesso ai corsi. Ci troviamo ad assistere ancora una volta ad un test assolutamente iniquo, che, nonostante le promesse del Ministro, va a confermare la tendenza ad una progressiva chiusura dei corsi universitar». «Rivolgo un sincero augurio di buona fortuna alle vittime del governo e dei suoi quiz demenziali». È l’augurio sarcastico del governatore de Veneto Zaia. Anche lui la vede esattamente come la maggior parte: «Vanno avanti i più fortunati e, tra gli esclusi, i più ricchi, quelli le cui famiglie possono spendere decine di migliaia di euro in tutoraggi e Università estere. Troppi meritevoli rimarranno fuori per sfortuna – rileva Zaia – e questa è la negazione del diritto allo studio universale».

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