Figlio arrestato per droga: il padre furente… con la polizia
Un figlio arrestato per droga e un padre furente per il fermo: ma non per aver appreso del possesso di sostanze stupefacenti da parte del diciannovenne; non per aver sbattuto la faccia sugli illeciti del ragazzo, no. L’ira funesta del genitore si è indirizzata tutta contro la polizia, rea, ai suoi occhi, di essersi impegnata sul caso di famiglia. «Non avete altro da fare?»: questa, allora, l’incredibile frase che si sono sentiti urlare dal padre di Gianmarco Pecorelli, il ragazzo arrestato poco prima nel centro storico di Vieste, perché trovato in possesso di 50 grammi di cocaina.
Figlio arrestato, padre furente (con la polizia)
Una storia paradossale, che indurrebbe anche alla risata se non fosse per il rilievo penale – e non da poco – della vicenda. Una reazione sorprendente, quella del genitore irascibile, che ha spiazzato, prima ancora di irritare, i poliziotti alle prese con il padre furibondo, ma non con il figlio e per la droga, ma con gli agenti che lo hanno stanato e sanzionato. «Siete troppo rigidi, neanche ne avesse avuto un chilo»: ha esordito l’uomo che poi, non contento di inveire con semplici proteste, ha anche minacciato di morte i poliziotti responsabili di averlo informato dell’arresto.
Ira, accuse e minacce
Il figlio, intanto, era alle prese con le procedure del fermo dopo essere stato sottoposto a un controllo effettuato nell’ambito di ispezioni a teppeto del personale della Squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato di Manfredonia, coadiuvato da personale del Reparto Prevenzione Crimine di Bari. La cocaina rinvenuto dopo il controllo, era stata suddivisa in sei involucri pronta – secondo gli investigatori – per la successiva cessione ad ulteriori spacciatori, per giungere poi ai tossicodipendenti-consumatori finali. Alla vista dei poliziotti, Pecorelli ha tentato invano di disfarsi dell’involucro contenente la droga lanciandolo dal finestrino dell’auto a bordo della quale si trovava, e così si è arrivato al fermo che ha scatenato la reazione imprevedibile del padre del dicannovenne che, naturalmente, dopo accuse, minacce di morte e “scleri” di vario tipo, è stato a sua volta denunciato dalle forze dell’ordine.