“Lo facciamo solo noi”. Il M5S ha il suo inno, o meglio la sua filastrocca

15 Set 2015 14:46 - di Redazione

In vista del raduno di Imola a metà ottobre i Cinquestelle hanno il loro inno ufficiale che i bravi militanti – l’esortazione compare sul blog di Grillo – devono imparare a memoria per fare poi la cantatina tutti insieme. L’inno si intitola “Lo facciamo solo noi”. Non si tratta di un doppio senso: l’inno nasce da una collaborazione a più mani e teste tra Massimo Bugani, Simone Pennino e Andrea Tosatto, come riferisce lo stesso consigliere comunale dei cinquestelle eletto a Bologna, in un post pubblicato dal blog di Beppe Grillo, nel quale spiega anche l’origine del titolo.

La filosofia dell’inno del M5S

“Nel penoso panorama politico italiano – dice Bugani – nessuno rifiuta i rimborsi elettorali, nessuno rinuncia a parte dello stipendio, nessuno costruisce strade con i propri soldi, nessuno denuncia con coraggio le schifezze delle multinazionali, nessuno finanzia le piccole imprese, nessuno rinuncia alle auto blu e a milioni di benefit nei comuni, nelle regioni e in parlamento, ma soprattutto nessuno è davvero libero da condizionamenti e dal controllo della finanza e delle grandi lobby nazionali e internazionali. Nessuno tranne i portavoce del M5S. ‘Max, lo facciamo solo noi’ mi disse Simone ed è così – racconta ancora Bugani – che è nata questa canzone”.

Il ritornello

Questo il ritornello: “Noi diamo i soldi per fare le strade, loro distruggono la scuola pubblica, noi finanziamo le piccole imprese, loro le fottono con la politica, le autoblu le lasciamo alla casta, guadagniamo quel tanto che basta, per fortuna che qui prima o poi governiamo noi. Lo facciamo solo noi di difendere l’ambiente, di arrestare il delinquente che avvelena la città. Lo facciamo solo noi di creare il cambiamento, noi che siamo il Movimento e che siamo ancora qua”.

E’ l’inno del Movimento vecchio stile

Poco più di una filastrocca, musicalmente simile alla sigla di un cartone animato, con tanto di rima baciata, per ribadire la “differenza” dei Cinquestelle e il loro spirito anti-casta (nel video compare anche il disegnino delle manette accanto alla parola “casta”). Quello che viene cantato nel nuovo inno è il Movimento vecchia maniera, quello un po’ fanatico e isolazionista. Bisognerà vedere se anche Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, che incarnano il volto del M5S più spregiudicato e rampante, se la sentiranno di intonarlo.

 

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