Dice “Roma merda”, non conosce i bus: perché Esposito è un assessore?

3 Set 2015 14:09 - di Guglielmo Federici

Il “Roma merda” di cui si è gloriato l’assessore al Traffico di Roma, nonché senatore del Pd, Stefano Esposito a Radio 24 alla “Zanzara” è la ciliegina sulla torta posta sulle macerie politiche della Capitale targata Marino. Una figuraccia barbina frutto di un combinato disposto bizzarro, oltreché sgradevole sotto il prfilo istituzionale e del costume. Dopo avere digerito un sindaco laziale (Rutelli) e uno juventino (Veltroni)  i cittadini romani, non solo di  fede giallorossa, devono sopportare un assessore, già ultrà bianconero, che non conosce le linee degli autobus che dovrebbero essere la sua materia e che grida ai quattro venti che da ex ultras gridava “Roma merda”. Stefano Esposito ha infatti così raccontato ai conduttori Cruciani e Parenzo: «Andavo in trasferta a vedere la Juve e tante volte ho gridato ‘Roma merda’. Non ricordo più nemmeno quante». Come faceva il coro, chiedono i conduttori? Ed Esposito a canticchiare «E Roma merda, Roma Roma merda…». Lo sconcerto è completo: dunque, il sindaco Marino ha scelto Esposito, uno di Torino, come assessore al Traffico di Roma, uno che, infatti, per manifesta incompetenza è assurto agli onori delle cronache per non conoscere la linea più (tristemente) famosa di Roma, quella il 64. Oltretutto “odia” i colori della Roma calcistica, che per i romani significa offendere la mamma: allora, ci spiega Marino in base a quale “brillante” curriculumha scelto Esposito, perché gli fa fare l’assessore al Traffico, come funzionano i criteri di selezione? Competenza? No. Stile? Non ne parliamo. Ci spiegherà mai qualcuno come si possa arrivare ai vertici amministrativi della Capitale con questa “preparazioni»?

“Roma merda”: Esposito e Marino chiedano scusa

Un romanista doc come Massimo D’Alema – che pure si gloria di occuparsi ormai solo di questioni internazionali – interviene perentorio sull’accaduto poco dignitoso per il nome della città:«L’assessore Esposito chieda scusa a quella larga parte della città che ha offeso. E se non lo fa lui, in suo conto lo faccia il sindaco Marino». D’Alema ha contestato la forma («offensiva davvero») per poi concludere con una valutazione politica: «Con tutti i problemi che ha la giunta capitolina, non mi sembra proprio il momento per andare a cercarsi altri guai». Addirittura lo “ripudia” se gli si ricorda che Esposito era di estrazione “Dalemiana”: «Attenzione: sedicente Dalemiano. Gliel’ho proibito da molto di definirsi tale…», ribatte. La bagarre via twitter è proseguita anche con l’ex sindaco Alemanno e con Francesco Storace, che hanno rinfacciato ad Esposito i «guai» e gli errori commessi in questi anni, le figuracce come assessore al Traffico. Il livello si “abbassa” ancor più e lo stile di Esposito ha modo di rifulgere ancora nella risposta: «Imbroglioni sono i tuoi amici camerati».

La rabbia sui social: ma in mano a chi siamo messi?

Ultimativo più di tutti il capogruppo di Sel, Gianluca Peciola, che ne chiede le dimissioni:«Siamo sbalorditi. La Giunta capitolina è composta da troppe persone distanti da Roma. E ora scopriamo anche da chi odia Roma e la sua squadra. È evidente che le uscite dell’assessore Esposito sono incompatibili col suo ruolo». Insomma Roma non merita di essere posta al pubblico ludibrio, merita sicuramente di più. Ma in mano a chi siamo stati messi?… Sui social la polemica non si chiude: «Può dire quello che vuole – scrive Maria Grazia – ma ha una carica istituzionale che gli impone rispetto verso la città e i suoi abitanti che, in questo caso, sono per lo più i romanisti». Le risse calcistiche e verbali potrebero essere peccati veniali se non fosse che a fare infuriare di più è il fatto che sempre alla Zanzara, non abbia saputo descrivere l’itinerario della linea 64, la Termini-San Pietro, a Roma tristemente famosa perché funestata quotidianamente da borseggiatori e molestatori. Un quadro desolante, un combinato disposto che merita pochi commenti…

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