Il Front National lo espelle ma Jean-Marie non si arrende: “Una buffonata”

21 Ago 2015 12:47 - di Augusta Cesari
Jean-Marie-Le-Pen

Considera una “buffonata”, un “simulacro”, “un’imboscata” la sua espulsione dal partito da lui fondato. Non usa mezze parole Jean-Marie Le Pen per definire la decisione del comitato esecutivo del Front National di escluderlo dal partito. «È Marine Le Pen che ha preso questa decisione, senza nemmeno assistere al plotone d’esecuzione», ha detto ai microfoni di Rtl, in riferimento alla scelta della figlia di non partecipare all’udienza che ha portato a questa decisione. «È crudele uccidere il proprio padre, e lei l’ha fatto fare da degli scagnozzi». Durissimo. In ogni caso, Le Pen padre non ha nessuna intenzione di abbandonare la battaglia. «Quando la decisione mi sarà notificata la contesterò ovviamente in tribunale», ha detto, non senza aggiungere che si aspetta che la figlia «disprezzi la giustizia, come lo ha fatto le tre volte precedenti», quando altrettanti ricorsi contro le misure disciplinari del Front National a suo carico sono stati annullati. Interrogato su una sua possibile candidatura alle regionali nel suo feudo storico del sudest, la Provenza-Alpi-Costa Azzurra, contro la nipote Marion Marechal Le Pen, il leader destituito ha dichiarato di «non avere questa intenzione». Ma sul suo futuro in politica dà meno certezza: «Per ora – ha spiegato – sono in fase di riflessione».

Il “patriarca” in tribunale contro il Front National

La spavalderia e la consueta sicurezza non sono però, bastati a Jean-Marie Le Pen. Dopo una lunga udienza e tre ore di dibattito, il comitato esecutivo del Front National ha deciso la sua esclusione dal partito che aveva contribuito a fondare e guidato per decenni. Nonostante l’assenza della figlia Marine, l’a attuale presidente del Fn e principale sostenitrice del suo allontanamento, e del suo braccio destro Florian Philippot, il comitato ha votato a “maggioranza sufficiente” per l’espulsione, precisando che le motivazioni precise saranno notificate nei prossimi giorni all’interessato. La sanzione però potrebbe non mettere la parola fine allo scontro familiare in seno al Front National, in continua ascesa sulla scena politica francese, dato che ancora prima che arrivasse il verdetto l’avvocato di Jean-Marie Le Pen aveva annunciato di essere pronto a fare di nuovo ricorso contro un’eventuale decisione sfavorevole. D’altra parte, i due precedenti passaggi davanti al giudice hanno marcato altrettante vittorie per lo “scomodo” patriarca della famiglia Le Pen, seppur per motivi formali e non di sostanza. Il tribunale di Nanterre ha infatti ordinato l’annullamento prima della sua sospensione, per un “vizio di forma” nella stesura del provvedimento, e poi l’assemblea virtuale dei militanti chiamata a ratificare la cancellazione dagli statuti del Fn della sua carica, quella di presidente onorario.

Lo scontro padre-figlia non si ferma

Pare quindi destinata a prolungarsi ulteriormente lo scontro tra padre e figlia, i cui rapporti sono diventati sempre più tesi negli ultimi due anni, arrivando alla rottura definitiva dopo una provocatoria intervista di Jean-Marie Le Pen a un periodico di destra. In quell’occasione, il leader ormai ultraottantenne, secondo alcuni ansioso di ritrovare visibilità, si era lasciato andare a una serie di frasi negazioniste tipiche del suo repertorio, dalla definizione delle camere a gas come “dettaglio della storia” all’invito a non giudicare troppo severamente il regime collaborazionista del maresciallo Petain. Parole inaccettabili per Marine Le Pen, da anni impegnata a restituire al mittente le accuse strumentali, per promuovere il Front National ad alternativa concreta al tradizionale bipolarismo del sistema transalpino. Con il successo che tutti abbiamo constatato. In questo contesto, una semplice dichiarazione per dissociarsi dalla posizione del padre non era più sufficiente per la leader del Fn.

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