Ora Donald Trump vuole acquistare la squadra argentina per cui tifa il Papa

29 Ago 2015 13:52 - di Giovanni Trotta
La squadra di Baires tifata dal Papa

Dopo i casinò e il golf, Donald Trump strizza l’occhio al calcio: tra una intervista televisiva e l’altra, il frontrunner in corsa per la nomination repubblicana avrebbe messo gli occhi addosso al Club Atletico San Lorenzo di Almagro, la polisportiva di Buenos Aires a cui fa capo il San Lorenzo, la squadra di cui è tifoso Papa Francesco. In tandem con Trump sarebbe, secondo il New York Post, il suo socio in affari immobiliari, l’imprenditore italiano Alessandro Proto. Un portavoce del San Lorenzo ha detto al Post che non è stata ufficialmente fatta alcuna offerta di acquisto, ma la fonte del tabloid (proprietà News Corp di Richard Murdoch) ha osservato che «ovviamente per Trump sarebbe un gran goal, anche se per il momento siamo solo al primo tempo». Trump e Proto avevano in passato cercato di comprare la squadra colombiana Atletico Nacional di Medellin per cento milioni di dollari, ma si erano tirati fuori quando il club aveva alzato il prezzo a 150 milioni. La ricerca di altri obiettivi aveva portato la coppia a valutare un’offerta al San Lorenzo. L’interesse per una squadra di calcio latina ha suscitato perplessità vista l’allergia dichiarata del miliardario per tutto quello che emana da sud del Rio Grande. Un giornale americano ha ironizzato: «Che sia un modo per ingraziarsi l’elettorato ispanico?». Papa Francesco, con l’attore Viggo Mortensen, uno dei fan più celebri della squadra di Buenos Aires, con Trump non potrebbe essere più agli antipodi. Un columnist del New York Times, Timothy Egan, ha messo le due personalità a confronto a detrimento del tycoon, che di recente, attaccando le critiche del Pontefice al capitalismo, aveva minacciato di «farlo venire a prendere dall’Isis».

Donald Trump illustra la sua ricetta fiscale

Trump è poi intervenuto nel dibattito politico: «Più tasse sui ricchi come me, meno sulla classe media che finora è stata martellata»: così Trump illustra la sua ricetta fiscale, che comprende anche un abbassamento delle imposte che gravano sulle aziende. Il tutto condito – ha spiegato – con un drastico taglio della spesa del governo federale e con lo stop al periodico innalzamento del debito pubblico americano. «I manager degli hedge fund o del settore del real estate fanno un sacco di soldi e pagano molte poche tasse», ha detto Trump nel corso di un’intervista a Bloomberg, spiegando come la sua intenzione è quella di realizzare un sistema fiscale più vantaggioso per le famiglie della middle class, quelle più colpite dalla crisi degli ultimi anni: «A me non importa di pagare di più in tasse. E a creare questo Paese – ha aggiunto – non sono stati gli hedge fund, ma la classe media». Per il magnate del settore edilizio, quindi, sollevare anche le imprese dall’eccessivo peso fiscale avrà come risultato quello di evitare che molte società trasferiscano il loro quartier generale, e spesso posti di lavoro, all’estero. «Secondo me tassando meno le società possono rientrare nelle casse dello stato almeno 2.500 miliardi di dollari e questi soldi potranno essere spesi in America».

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