Usa: rischia la pena di morte Holmes, il Batman killer della strage del cinema

17 Lug 2015 10:57 - di Redazione

Rischia la pena di morte.  È stato giudicato colpevole  James Holmes, il 27enne che la notte tra il 19 e il 20 luglio 2012 entrò mascherato da Joker in un cinema di Aurora, in Colorado, durante la prima del film «Batman, il cavaliere oscuro – Il ritorno» e aprì il fuoco uccidendo 12 persone e ferendone altre 70. Uno degli attacchi più feroci della storia americana. Ora Holmes rischia la pena capitale.

È Holmes il Batman killer

La giuria ha emesso il suo verdetto al termine di un giorno e mezzo di deliberazioni, respingendo la tesi dell’infermità  mentale avanzata della difesa di Holmes. La giuria, composta da nove donne e tre uomini, dovrà decidere se per Holmes ci dovrà  essere la condanna a morte o se basterà “il carcere a vita senza possibilità” di uscire. La difesa di Holmes ha presentato durante il processo prove per dimostrare come il ragazzo era instabile poco prima di commettere il gesto. «L’infermità mentale è la sola ragione per cui questo crimine è avvenuto», ha detto il legale di Holmes, Daniel King, nell’arringa finale durata due ore e durante la quale ha esortato la giuria a essere coraggiosa ed evitare di agire sulla spinta delle emozioni e della vendetta.

Era sano di mente

Ma l’accusa è riuscita a persuadere la giuria che Holmes era sano di mente. Durante il processo, iniziato alla fine di aprile, alcuni testimoni hanno raccontato come Holmes sia emerso sul palco del cinema poco dopo l’inizio del film e di come abbia lanciato gas lacrimogeni poco prima di aprire il fuoco. E ripercorso l’orrore del dopo, con sangue ovunque e gente nascosta sotto le poltrone per cercare riparo. L’accusa ha dipinto Holmes come metodico, spinto da un profondo senso di rabbia e sempre più isolato a scuola. La giuria ha avuto anche modo di ascoltare testimonianze su come Holmes aveva descritto ad altre persone le proprie fantasie sulla possibilità di uccidere per aumentare il suo “’capitale umano”’. «Ha commesso il crimine per una ragione: per sentirsi meglio», ha detto il procuratore distrettuale della contea di Arapahoe, George Brauchler, nelle argomentazioni finali. «Il ragazzo era sano al di la’ di ogni ragionevole dubbio e deve essere ritenuto responsabile per quello che ha fatto».

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